“Sintetizzatore universale di cibo“? L’idea sembra uscita da Star Trek, ma si tratta in realtà di un progetto della Systems and Materials Research Consultancy finanziato dalla NASA, che prevede di creare il cibo tramite stampanti 3D.
La stampa 3D di alimenti non è una novità assoluta, ma la differenza è che qui piuttosto che stampare alimenti già “completi” (come il cioccolato), la stampante in corso di sviluppo lavora direttamente assemblando i “mattoni” dei cibi, e cioè zuccheri, carboidrati, proteine, dandogli la possibilità di sintetizzare una ampia tipologia di piatti.
In questo modo si possono creare piatti “su misura”, adeguati alle esigenze di chi mangia, e riducendo in modo drastico gli sprechi (le ricariche di “mattoni” possono durare anche 30 anni).
Lo scopo immediato è quello dell’applicazione nei viaggi spaziali, dove gli astronauti hanno bisogno di un’alimentazione sana e bilanciata ma anche varia, specie nelle missioni più lunghe (in ottica di ritorno sulla Luna ed esplorazione di Marte), ma i ricercatori sono fiduciosi che il loro studio possa avere ricadute anche sui tanti che soffrono la fame nel mondo.