Negli ultimi mesi si è parlato molto di vivisezione, anche in seguito alla raccolta di firme lanciata dall’iniziativa “Stop Vivisection”. Nonostante questa attenzione mediatica, però, c’è molta poca chiarezza sul tema, e la sensazione è che molti non abbiano capito la questione, e ci sembra pertanto giusto parlarne, anche se si allontana (almeno in parte) dalle tematiche che solitamente affrontiamo in questo blog.
Innanzi tutto, cos’è la vivisezione?
- Una definizione non è così facile, soprattutto se si volesse distinguere la vivisezione dalla sperimentazione sugli animali. L’iniziativa Stop Vivisection, in quest’ottica, non vuole abolire la vivisezione ma la sperimentazione sugli animali in toto. C’è quindi confusione tra i due termini.
- In senso stretto, la vivisezione non viene più praticata da anni, dato che non solo causa sofferenze all’animale, ma queste sofferenze possono alterare anche il risultato scientifico (è successa una certa cosa per causa di un certo agente patogeno, oppure perché l’animale stava soffrendo). Se invece parliamo di sperimentazione sugli animali, la questione è diversa.
Cosa dice la direttiva sulla ricerca scientifica, che si vuole abolire?
- La direttiva e le leggi attuali (così come le “buone prassi” scientifiche) dicono che ogni qualvolta si può utilizzare un metodo alternativo, altrettanto efficace, alla sperimentazione su animali, questo va obbligatoriamente utilizzato.
- Per definizione quindi, la raccolta firme chiede di non utilizzare la sperimentazione su animali quando questa è l’unico metodo possibile. Dovrebbe essere quindi chiaro che non è vero che non ci sono effetti negativi sulla ricerca medica e scientifica: per “cancellare la vivisezione”, o più correttamente la sperimentazione su animali, è sufficiente presentare l’esistenza di metodi alternativi, se questi esistessero veramente. Non serve nessuna raccolta firme: questi già adesso dovrebbero essere obbligatoriamente usati.
È vero che gli scienziati chiedono di abolire la vivisezione perché è superata?
- Anche in questo caso c’è molta confusione, fatta forse per ignoranza (qualcuno accusa che sia fatto per inganno). La vivisezione (cioè il sezionamento dell’animale cosciente) è una cosa che non si fa più da tempo. La sperimentazione su animali però è unanimemente riconosciuta come necessaria dalla comunità scientifica. Peraltro, come scrivevamo prima, se non lo fosse, e ci fossero metodi equivalenti non si potrebbe nemmeno effettuare.
È vero che la sperimentazione su animali causa loro “indicibili e illimitate sofferenze“?
- Al contrario, la sperimentazione su animali cerca di causare meno sofferenza possibile: a parte le questioni etiche, se l’animale è stressato o inutilmente dolorante questo falsa i risultati dell’esperimento.
Si può sostituire la sperimentazione con simulazioni?
- E’ possibile solo in parte, nell’analisi dei dati: una simulazione non è altro che un qualcosa che, in base a certi dati di ingresso, utilizza un algoritmo, una formula più o meno complessa, che simula la realtà (sulla base di quello che si sa). Quindi, in parole povere, è come dire: se succede questo, allora in base a quello che sappiamo succede quest’altro. E’ chiaro che questo non può portare a nessuna nuova scoperta, dato una scoperta riguarda invece quello che non si sa e che quindi non può essere compreso sulla simulazione.
Si possono fare gli esperimenti su esseri umani?
- La raccolta firme di fatto, per evitare la “vivisezione” obbliga a fare la sperimentazione direttamente sugli esseri umani. Ma a parte la questione etica, la ricerca sugli esseri umani è inefficace, perché non vivono in un laboratorio. Anche supponendo di voler utilizzare assassini, stupratori (come suggerisce) o volontari per la ricerca, è impossibile ottenere risultati efficaci, dato che non sono esposti ad un solo “agente”: se un essere umano si ammala non si può dire con certezza se è causato di quello che si sta testando, oppure da qualcos’altro che ha fatto, magari anni prima. Le cavie di laboratorio invece vengono allevate in ambienti sani e controllati.
- Oltre a questo, c’è il fatto che il ciclo vitale ha durate diverse, quindi facendo test sugli esseri umani bisognerebbe spesso aspettare decine di anni per avere avere risultati.
Ma la vivisezione è il problema principale per gli animali?
- Quanti animali muoiono per la ricerca scientifica? Se ci si preoccupa della vita degli animali “a tutti i costi”, allora non ci si dovrebbe occupare solo di quelli “vittime” della ricerca, ma di quelli che vengono uccisi in generale. Un topo ucciso fuori da un laboratorio ha forse meno diritto di vivere rispetto ad uno che era tenuto in laboratorio?
- Non solo buona parte degli animali uccisi in Italia sono uccisi a scopo alimentare, ma la grandissima parte sono uccisi a scopo di “sanificazione del territorio”. Per esempio, nella sola Milano si stima che ci siano 12 milioni di topi, che vengono continuamente e sistematicamente assassinati a scopo di derattizzazione.
- Perché ci si preoccupa tanto della vita dei topi di laboratorio, e non di quelli in strada?
Ma quindi è giusto firmare l’appello o no?
- Questa è una cosa che sta alla coscienza di ognuno: la cosa importante è che questo avvenga consapevolmente.
- Se ritenete che tutelare gli animali sia più importante che curare il cancro ed altre malattie, siete liberi di continuare a pensarlo (ricordatevene quando avrete bisogno dei risultati delle ricerche, però).
- Siate consapevoli però che state firmando contro la ricerca medica, e che i favoleggiati “metodi alternativi” non esistono.
Grazie per aver contribuito con la vostra voce ad informare in modo corretto questa società sempre più in mano ai manipolatori.
Grazie all’autrice di questo articolo per avere scritto,dopo tante menzogne che stopvivisection propina, la verità