Mondo

Il conto di deposito di Santander aumenta i tassi ma non è più gratuito

Santander Consumer Bank dal 1° ottobre apporterà un’importante modifica al contratto del conto di deposito: infatti l’imposta di bollo non sarà più a carico di Santander, ma del cliente.


Una novità importante, più che nelle cifre in sé, per l’implicito cambio di posizionamento del conto, che in questo modo non è più completamente gratuito.

Chiaramente l’addebito del bollo ai clienti va a colpire soprattutto chi sul conto di Santander teneva pochi spiccioli, cioè alla fin fine quelli che hanno sfruttato alcune promozioni passate e poi però sono passati alla concorrenza quando ci sono state proposte più convenienti. E infatti molti clienti, ricevuta la comunicazione di Santander stanno chiudendo il conto di deposito.

Quindi la mossa di Santander possiamo supporre sia stata voluta, proprio allo scopo di incentivare alla chiusura tutti questi conti quasi vuoti, che per la banca significano costi ma zero profitto. Insomma, un metodo per fare una selezione della clientela, ed in effetti alla fin fine si tratta proprio del metodo più semplice e per certi versi più trasparente, dato che l’alternativa per raggiungere questi obiettivi è proporre condizioni differenziate a seconda della giacenza, o inserire una clausola che sotto una certa giacenza la banca può chiudere il conto, strategie a mio parere non sono preferibili dato che comunque vanno a diminuire la chiarezza e la trasparenza delle condizioni applicate.

Va detto che si tratta in ogni caso di una mossa che per certi versi è una rinuncia alla concorrenza, dato che implicitamente può essere interpretata come “non siamo in grado di proporre condizioni migliori dei concorrenti per incentivare chi ha messo altrove i soldi a riportarli da noi, quindi meglio tagliare i costi“. Non è esattamente il messaggio migliore da lanciare sul mercato, anche se va detto che oggettivamente quello attuale non è certo un periodo di vacche grasse per le banche, e l’esigenza di tagliare i costi è particolarmente viva.

A questo si aggiunge il fatto che il Conto di Deposito probabilmente non è considerato l’elemento maggiormente strategico da Santander, che probabilmente ha molti più interessi nel mondo del credito al consumo e dei prestiti personali. Quindi la strategia di Santander riguardo il conto di deposito in quest’ottica è comprensibile.

Quindi direi che al momento non c’è motivo di preoccuparsi troppo circa l’ipotesi che le altre banche seguano l’esempio di Santander, almeno per quanto riguarda quelle per le quali il conto deposito ha un ruolo centrale, anche se chiaramente il discorso, sopratutto nel medio termine, va inquadrato nel contesto della salute del sistema bancario in generale.

Tornando al Conto di Deposito di Santander, sembra quindi volersi proporre come un conto non più per tutti, ma comunque come un conto ad alto rendimento, infatti a fronte della “selezione dei clienti” c’è anche un miglioramento delle condizioni contrattuali: il tasso attivo infatti passa dal 3,75% al 4,00%: quindi l’introduzione del bollo viene completamente compensata per depositi di almeno 12.500 euro circa, il che dà anche una chiara indicazione sul target di clientela che si propone Santander.

Banche e Risparmio [http://www.banknoise.com]

Loading...

8 commenti

  • La cifra necessaria è un po' più alta:

    (0,25/100 * 0,73)x >= 34,20

    x >= 18739,72 euro

  • La cifra necessaria è un po' più alta:

    (0,25/100 * 0,73)x >= 34,20

    x >= 18739,72 euro

  • c’e’ una cosa che non e’ chiara. Come mai Santander chiede ai clienti di pagare la medesima imposta di bollo prevista per i conti correnti, mentre in realta’ per i conti di deposito e’ prevista “solo” l’imposta una tantum di 14 euro?

  • c’e’ una cosa che non e’ chiara. Come mai Santander chiede ai clienti di pagare la medesima imposta di bollo prevista per i conti correnti, mentre in realta’ per i conti di deposito e’ prevista “solo” l’imposta una tantum di 14 euro?

  • Pietro, quella che dici non so se è la tassa sui “conti di deposito”, ma sul deposito titoli. In ogni caso l’imposta è una tantum nel primo anno (nel senso che invece che pagare la quota-parte del bollo annuale, paghi 14,62 euro forfettari), ma gli anni successivi ci sono i soliti 8,55 trimestrali.

  • Pietro, quella che dici non so se è la tassa sui “conti di deposito”, ma sul deposito titoli. In ogni caso l’imposta è una tantum nel primo anno (nel senso che invece che pagare la quota-parte del bollo annuale, paghi 14,62 euro forfettari), ma gli anni successivi ci sono i soliti 8,55 trimestrali.