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Di nuovo sui mutui: aggiungiamo qualche puntino sulle "i"

Vorrei tornare di nuovo sul tema dei mutui e delle agevolazioni per le famiglie in difficoltà, di cui abbiamo parlato un paio di giorni fa. Ci sono alcune considerazioni che vanno fatte per chiarire ulteriormente la questione: se volete sono tutti punti relativamente scontati, ma come a volte è meglio sottolineare anche le cose più banali perché a volte sono quelle che si dimenticano prima.


  • Il tema delle agevolazioni non può sostituire quello della trasparenza e semplificazione del sistema bancario. In altre parole, come veniva anche sottolineato in uno dei commenti, andrebbe in primo luogo applicato e migliorato il decreto Bersani per favorire chi vuole cambiare mutuo.
  • Bisogna però mettersi d’accordo su chi sono le famiglie in difficoltà, e che cosa vuol dire non arrivare a fine mese: se vuol dire avere difficoltà ad acquistare i generi di prima necessità, la definizione è corretta ed è più che giusto intervenire in loro soccorso. Ma ho l’impressione che si considerino in difficoltà anche quelli che a causa dell’aumento dei tassi sui mutui non possono fare le vacanze in Messico e dovranno accontentarsi di Rimini, che dovranno aspettare qualche altro mese per comprare un televisore al plasma da 50 pollici, o che non riescono a mettere via soldi ma intanto spendono centinaia di euro in telefonini e ricariche. Insomma, bisogna accettare che in certi periodi si debba tirare un po’ la cinghia, e a volte ho un po’ l’impressione che a molti questo sia un concetto del tutto alieno.
  • Per ultimo (ma è facile intuire che succederà), non si lamentino quelli che in questi ultimi mesi hanno fatto la corsa per passare al tasso fisso, se la BCE tagliasse i tassi di interesse. Già, perché è bene ricordare che diversi analisti si attendono un taglio graduale di circa un punto dalla seconda metà di quest’anno, per arrivare a circa il 3% a metà 2009. Che è un’ipotesi, ovviamente, ma in ogni caso non si può pretendere di avere un tasso fisso quando sale e variabile quando scende. La scelta del tasso fisso anziché del variabile è una scelta di certezza anziché di incertezza, allo scopo di gestire meglio il reddito personale e familiare, prima che di risparmio (che non è detto ci sia: anche, intuitivamente, solo per il semplice motivo che le banche ovviamente non operano certo con l’obiettivo di andare in perdita neppure quando concedono mutui a tasso fisso).

Banche e Risparmio [http://www.banknoise.com]

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4 commenti

  • Ciao Mark75,
    applicando il Decreto Bersani, o, se possibile e necessario, una sua versione migliorata, che importanza avrebbe stabilire oggettivamente chi è in difficoltà e chi no?
    Qualunque sia la mia situazione, se ci fosse una vera concorrenza, potrei scegliere l’offerta per me più conveniente, e la storia finirebbe qui.
    Determinare chi “ha diritto” a delle agevolazioni e chi no è velleitario, oltre che praticamente impossibile (altrimenti, con lo stesso sistema non ci sarebbe nessuna difficoltà a combattere l’evasione fiscale).
    Applicando il Decreto Bersani non ci sarebbe bisogno di agevolazioni, né finte a carico di chi ha sottoscritto un mutuo (come quelle messe in campo da Tremonti), né reali a carico di tutti (come potrebbe essere una maggiore detraibilità per gli interessi passivi pagati sulle rate), ma solo una reale concorrenza tra gli operatori del settore.
    Si può poi puntare il dito (soggettivamente) sull'”irresponsabilità” di certe scelte. Ma, ammessa e non concessa questa irresponsabilità, deve diventare una condanna a vita? Tutto questo solo a beneficio di notai e banche?

    ciao
    Luca (lava68@gmail.com)

  • Ciao Mark75,
    applicando il Decreto Bersani, o, se possibile e necessario, una sua versione migliorata, che importanza avrebbe stabilire oggettivamente chi è in difficoltà e chi no?
    Qualunque sia la mia situazione, se ci fosse una vera concorrenza, potrei scegliere l’offerta per me più conveniente, e la storia finirebbe qui.
    Determinare chi “ha diritto” a delle agevolazioni e chi no è velleitario, oltre che praticamente impossibile (altrimenti, con lo stesso sistema non ci sarebbe nessuna difficoltà a combattere l’evasione fiscale).
    Applicando il Decreto Bersani non ci sarebbe bisogno di agevolazioni, né finte a carico di chi ha sottoscritto un mutuo (come quelle messe in campo da Tremonti), né reali a carico di tutti (come potrebbe essere una maggiore detraibilità per gli interessi passivi pagati sulle rate), ma solo una reale concorrenza tra gli operatori del settore.
    Si può poi puntare il dito (soggettivamente) sull'”irresponsabilità” di certe scelte. Ma, ammessa e non concessa questa irresponsabilità, deve diventare una condanna a vita? Tutto questo solo a beneficio di notai e banche?

    ciao
    Luca (lava68@gmail.com)

  • Hai perfettamente ragione: soggetti “in difficoltà” comunque ci possono essere lo stesso (pensa a una famiglia in cui uno dei due perde il lavoro o finisce in cassa integrazione). Chiaro che il rischio è sempre quello di premiare gli evasori fiscali piuttosto che quelli che hanno veramente bisogno.

    Il discorso della “condanna a vita” che citi è molto importante e molto poco sottolineata: sono perfettamente d’accordo che non è accettabile che uno si trovi incatenato “a prescindere” per 25 o 30 anni senza possibilità, non dico di cambiare idea, ma di affinare la sua scelta.

  • Hai perfettamente ragione: soggetti “in difficoltà” comunque ci possono essere lo stesso (pensa a una famiglia in cui uno dei due perde il lavoro o finisce in cassa integrazione). Chiaro che il rischio è sempre quello di premiare gli evasori fiscali piuttosto che quelli che hanno veramente bisogno.

    Il discorso della “condanna a vita” che citi è molto importante e molto poco sottolineata: sono perfettamente d’accordo che non è accettabile che uno si trovi incatenato “a prescindere” per 25 o 30 anni senza possibilità, non dico di cambiare idea, ma di affinare la sua scelta.