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Microfishing – la gara a chi prende il pesce più piccolo

Tanago - immagine da WIkimedia Commmons

I pescatori hanno la reputazione di ingrandire sempre nei loro racconti i pesci che catturano, nella costante a gara a chi cattura la preda più grande. In Giappone è il contrario, poiché nell’antica arte della pesca del Tanago, più piccolo è il pesce, più prestigio c’è nella cattura.


La pesca del Tanago è un antico metodo di pesca giapponese che risale ai samurai oltre 200 anni fa. Tanago è un termine giapponese usato per descrivere diverse specie di un piccolo pesce d’acqua dolce della famiglia delle carpe. Alcune specie di tanago crescono fino a 15 cm di dimensione, ma queste sono le meno preziose per i pescatori, poiché l’obiettivo è catturare il pesce più piccolo possibile. I pescatori di Tanago infatti ritengono che più piccolo è il pesce catturato, maggiore è la dimostrazione dell’abilità del pescatore.

Il pesce viene solitamente catturato usando una canna di bambù fatta a mano chiamata Edo Wazao. Sono rimasti solo una manciata di questi produttori di canne in Giappone e il processo di creazione di questo strumento può richiedere fino a due anni, quindi queste canne possono essere decisamente costose. Anche la lenza è particolarmente sottile, e gli aghi vengono di solito affilati al microscopio, usando una lima diamantata da gioielliere.

La leggenda vuole che la pesca del tanago sia nata come modo per aggirare il divieto di pesca con l’amo durante il periodo Edo. I pescatori potevano nascondere facilmente una canna di tanago in una sacca o in una borsa a tracolla.

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