Un artista belga ha dovuto essere liberato dalla sua opera dopo non essere riuscito a farlo da solo in 19 giorni. Mikes Poppe si era legato per la caviglia a una catena di tre metri che attraversava un massiccio blocco di marmo di quattro tonnellate, e ha passato 438 ore a tentare di raggiungere la libertà a colpi di scalpello, senza successo.
La rappresentazione si è svolta nel tribunale della città belga di Ostenda. Poppe ha mangiato, dormito e si è lavato sempre incatenato al blocco, il tutto in diretta streaming su Youtube, ed ha lavorato al suo tentativo di liberazione scalpellando la pietra ogni giorno, ma dopo 19 giorni è dovuto intervenire un operaio con una smerigliatrice angolare.
“Questo blocco simboleggiava la storia, la storia dell’arte, da cui sto cercando di liberarmi. Ho scoperto che questo non è possibile. È un peso che devo sempre portare”, ha detto l’artista ai giornalisti, “Oltre alla performance ho provato a cercare speranza e disperazione attraverso le emozioni e la poesia”
Il curatore della mostra ha preso la decisione finale di liberare Poppe “con le maniere forti” dopo aver parlato con i rappresentanti del palazzo di giustizia, che avevano dato disponibilità per la performance solo per un periodo di tempo limitato che era già stato prorogato.
Sebbene abbia ammesso di avere sottovalutato il blocco di marmo, Poppe ha chiarito che non era deluso dal non essere riuscito a liberarsi, spiegando “Sono stato liberato, non lo vedo come un fallimento. Anzi. Sono stato in grado di comunicare con il pubblico”.