Vita di coppia

In bici dall’India alla Svezia per trovare l’amore

Nel 1977, l’allora ventiquattrenne P.K. Mahanandia ha intrapreso un viaggio di quattro mesi in bicicletta da Delhi, in India, a Boras, in Svezia, per raggiungere la donna che considerava la sua anima gemella. La loro storia è diventata recentemente il soggetto di un libro di  Per J. Andersson.


Mahanandia ha incontrato Charlotte Von Schedvin per puro caso. Lui lavorava come disegnatore in un centro commerciale di Delhi, e Charlotte era una semplice turista. La donna ha visto un cartello che diceva “un ritratto in 10 minuti per 10 rupie”, ed ha deciso di mettere l’artista alla prova. Senza grande successo, va detto: l’uomo sembrava nervoso e gli tremavano le mani, e il ritratto è risultato decisamente scadente. Incuriosita dall’uomo, Charlotte ha però deciso di tornare il giorno dopo per un altro ritratto, che però non è risultato molto meglio del primo.

Mahanandia e Charlotte - foto via BBC

Mahanandia e Charlotte – foto via BBC

Mahanandia aveva però tutte le ragioni per essere nervoso: appena vista la ragazza, gli è tornata in mente una profezia che aveva fatto sua madre quando lui era piccolo. Mahanandia è un Dalit, la casta più bassa nella società indiana, ed era per questo costantemente discriminato dagli altri ragazzi. Per tirarlo su quando era triste, sua madre gli raccontava che avrebbe sposato una donna del segno del Toro, che sarebbe venuta da una terra lontana, avrebbe amato la musica e posseduto una giungla.

Non le ho neanche chiesto come si chiamava, all’inizio. Le ho chiesto se era nata in maggio, era Toro e aveva una giungla. Ha risposto sì a tutte le domande. Eravamo destinati ad incontrarci. Le ho detto che sarebbe stata mia moglie, e poi ho avuto paura che sarebbe andata alla stazione di polizia lì vicino”, ricorda Mahanandia. Ma Charlotte non ci pensava: era anche lei attratta da lui e incuriosita dalle strane domande che le faceva.

I due hanno continuato a frequentarsi, fino a sposarsi in una cerimonia tribale indiana. Ma poco dopo era tempo per Charlotte di tornare in Svezia: lei voleva che Mahanandia venisse con lei, ma lui non aveva i soldi per il viaggio, e il suo onore gli impediva di accettare che glie li desse lei. E così lui ha deciso di posticipare il viaggio fino a quando non avrebbe avuto i soldi per comprare il biglietto dell’aereo.

Ma mettere via i soldi necessari era più difficile di quello che Mahanandia pensava, e così dopo un anno ha deciso di comprare una bicicletta e raggiungere la sua amata pedalando, in un viaggio che lo ha portato ad attraversare Pakistan, Afganistan, Iran e Turchia prima di raggiungere Venezia il 28 maggio 1977 (esattamente quaranta anni fa), da dove ha preso un treno per la Svezia.

L’arte è venuta in mio aiuto. Facevo ritratti alla gente e qualcuno mi dava dei soldi, mentre altri mi davano cibo e alloggio. Le gambe mi facevano male, ma l’eccitazione di raggiungere Charlotte e di vedere posti nuovi mi ha fatto andare avanti”, ricorda oggi Mahanandia.

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