Nella maggior parte del mondo, un lavoratore che sia sotto l’effetto di alcol o droghe sul posto di lavoro rischia pesanti sanzioni, ed anche in Italia può essere causa di giusto licenziamento. Una “rilettura” delle leggi sul lavoro in Colombia ha però riconosciuto ai lavoratori il diritto di essere ubriachi o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Questo però a condizione che la loro performance lavorativa non sia danneggiata dall’effetto delle sostanze.
La corte costituzionale colombiana ha decretato che il consumo di alcol e droghe “non sempre danneggia la prestazione lavorativa” e in tal caso il lavoratore non può essere licenziato e neppure oggetto di sanzioni disciplinari.
La richiesta di esame del caso alla Corte Costituzionale è stata fatta da due studenti di legge, sulla base del fatto che la costituzione colombiana prevede che tutte le persone siano uguali di fronte alla legge, e che tutti i lavoratori hanno uguali diritti. Pertanto, secondo il ragionamento dei due studenti, un lavoratore deve poter essere sanzionato solo se è dimostrata una conseguenza sulla prestazione lavorativa.
La Corte Costituzionale ha accettato l’interpretazione, modificando alcuni articoli della legge sul lavoro, applicati però solo a impieghi che non comportino rischi significativi per sé o per gli altri: in caso di lavori ad alto rischio (come ad esempio i piloti di aerei) il divieto rimane invariato. Nonostante questa precisazione, però, diverse associazioni hanno criticato fortemente la decisione della Corte, sostenendo che mette a rischio i lavoratori e fa passare un messaggio sbagliato sul consumo di alcol e droghe.