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La città messicana che ha cacciato criminali, politici e polizia

cheran - da facebook

Cinque anni fa la cittadina di Cherán, in Messico, ha conquistato le prime pagine internazionali per avere deciso di cacciare le potenti gang della droga, che imperversavano nella zona, e facendo questo hanno anche cacciato politici e polizia, spesso corrotti e collusi con i trafficanti. Oggi la città, completamente autogestita, è guardata con interesse da molti messicani e non solo.


La storia è iniziata nel 2011. Da ormai tre anni gli abitanti del posto vedevano i trafficanti abbattere le secolari foreste locali per piantare avocado, pianta che fornisce guadagni molto redditizi, tanto da attirare l’attenzione dei trafficanti che hanno iniziato a preferirla alla marijuana, anche perché non ci sono i problemi legati all’illegalità della droga. Ma i metodi usati dai trafficanti sono sempre gli stessi.

E così, gli abitanti di Cherán hanno chiesto aiuto alle autorità, ma non ne hanno ricevuto. Politici e polizia si sono girati dall’altra parte. Preoccupati dal fatto che il consumo di foreste stava mettendo in pericolo le vicine sorgenti d’acqua, e con esse il villaggio stesso, gli abitanti hanno deciso di lottare per la loro città.

Eravamo preoccupati: se tagli gli alberi, c’è meno acqua. I nostri uomini sono allevatori: senza acqua cosa bevono gli animali?”, spiega una delle ispiratrici della “rivolta”, Margarita Elvira Romero,

Margarita ha provato innanzi tutto a parlare con i taglialegna, ma ha ricevuto solo insulti e minacce. E così, con un gruppo di cittadini sempre più grande, ha iniziato a bloccare i camion, che andavano verso la foresta.

Il 15 aprile 2011 hanno sequestrato tre taglialegna: sicuri che sarebbe arrivata la ritorsione dei trafficanti, tutti i cittadini si sono armati alla bell’e meglio per essere pronti al peggio.

Gli altri taglialegna sono arrivati accompagnati dalla polizia locale, e dopo una trattativa lunga e tesa, hanno deciso di andarsene. Nel giro di pochi giorni è stata cacciata dal paese anche la polizia, collusa con i taglialegna che lavoravano per i trafficanti, e i politici.

I partiti sono stati messi fuori legge, perché creano divisioni tra le persone, ed è stato istituito un sistema di governo locale, così come la “Ronda Comunitaria”, una milizia autogestita composta da uomini e donne, che si occupa della sicurezza della cittadina.

Oggi il tasso di criminalità di Cherán è una frazione di quello del resto della regione in cui si trova: i cittadine ad appena 10 km di distanza, omicidi e rapimenti fanno parte del quotidiano, mentre a Cherán non ci sono più stati omicidi. Ma non è un paradiso: la “Ronda Comunitaria” mantiene costanti posti di blocco attorno alla città, nel timore che prima o poi i trafficanti decidano di vendicarsi.
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