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Le “mezze confessioni” fanno sentire peggio di non confessare o confessare tutto

dito puntato

Se vi è capitato di dover confessare qualcosa di male che avete fatto, probabilmente vi è venuto in mente la possibilità di fare una “mezza confessione”, confessando solo una parte della vostra colpa. Contrariamente a quella che può essere la prima impressione, infatti, non c’è solo confessare o non confessare, ma ci sono vie di mezzo: è come essere fermati da un vigile e rispondergli che “sì, forse ero sopra i limiti, ma appena un po’”, oppure essere a dieta e difendersi sostenendo di “avere mangiato solo un cioccolatino”.


Un gruppo di ricercatori (due della Carnegie Mellon University e uno della Ben-Gurion University of the Negev) ha realizzato uno studio sul tema delle confessioni riscontrando, attraverso una serie di esperimenti da loro ideati, che le mezze confessioni in realtà sarebbero la situazione più diffusa rispetto al “non confessare” o “confessare tutto”. Questo perché le mezze confessioni sembrano il “giusto compromesso” tra subire le conseguenze complete della propria colpa e non confessare del tutto, che in molte situazioni non sarebbe credibile. Le mezze confessioni sarebbero però particolarmente diffuse specie tra chi “bara” in modo particolarmente elevato (probabilmente perché sono i soggetti che traggono maggior beneficio nel compromesso.

Tuttavia, le mezze confessioni avrebbero un “costo emozionale” superiore a quello che ci si aspetterebbe, perché dallo studio è anche emerso che le mezze confessioni farebbero sentire peggio che non confessare nulla o confessare tutto, probabilmente perché rappresentano un compromesso anche sul lato negativo: comportano comunque delle conseguenze negative, e non “tolgono il peso” come una confessione completa.

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