Un padre svedese ha deciso di insegnare una lezione importante ai due figli di 10 e 11 anni, fan sfegatati dei videogiochi violenti e di guerra, e stavano iniziando a considerare la guerra una cosa ‘figa’. Per diverso tempo i due tormentavano il padre chiedendogli di compare loro l’ultimo gioco della serie di Call od Duty (che peraltro è chiaramente classificato “M”, cioè destinato ad un pubblico maturo e non dovrebbe essere fatto giocare a dei bambini).
Carl-Magnus Helgegren ha deciso che era il caso che i suoi figli si rendessero conto di cos’è la guerra veramente, e degli effetti che ha su chi vi si ritrova coinvolto: ha promesso che avrebbe comprato loro qualunque gioco avessero voluto, ma solo a patto che avessero fatto un viaggio assieme a lui di una decina di giorni.
Il viaggio è stato in zone martoriate da guerre e scontri, e così li ha portati in Israele e Siria, perché potessero toccare con mano gli effetti della guerra e conoscere persone che dalla guerra sono state toccate.
Inutile dire che l’esperienza ha completamente cambiato i due ragazzini, che hanno capito che la guerra non è un gioco e anzi hanno deciso di impegnarsi per cercare di aiutare le popolazioni che soffrono.
Non tutti hanno però apprezzato il coraggioso gesto di Helgegren: “Ho ricevuto messaggi che mi definivano il peggiore padre del mondo, dicendo che ho traumatizzato i miei figli, che sono un bastardo pomposo, e anche che avrebbero dovuto bruciarmi con il napalm. Non me lo aspettavo. Ma questi sono i miei figli e faccio quel che penso sia meglio per loro. Quando siamo andati, la situazione non era quella di adesso, e non siamo mai stati in pericolo”, spiega l’uomo, che era già stato diverse volte in medio oriente, criticando inoltre quanti parlano e danno giudizi senza conoscere i fatti e i luoghi. “Se ci fossero stati pericoli, non avrei portato i mei figli”, chiarisce.