La Svizzera sta per “abolire” il segreto bancario: dal primo novembre prossimo infatti entrerà infatti in vigore una legge che obbligherà gli istituti di credito elvetici a fornire i dati sui loro correntisti esteri alle autorità straniere che ne faranno domanda.
Sono però state molte le critiche a questa piccola rivoluzione, da parte di chi la giudica di portata limitata e inefficace contro i “grandi evasori” (che hanno probabilmente società fiduciarie che ne gestiscono nominalmente il patrimonio, mentre la normativa si applica ai privati). Ecco che qualcuno suggerisce che la nuova legge penalizzerebbe i piccoli imprenditori anziché chi ha accumulato grandi patrimoni.
Sono critiche fondate, ma non va dimenticato che nella realtà le cose non si possono stravolgere da un giorno all’altro, e l’iniziativa va certamente nella giusta direzione.
La sensazione poi è che molti si riempiano la bocca parlando di lotta all’evasione fiscale, ma che poi questa lotta debba sempre iniziare “da qualcun altro”. Solo che in questo modo non si inizia mai: o si comincia da qualche parte, anche consapevoli che nel breve termine possa portare a distorsioni, ma nel medio (man mano che viene “estesa” la lotta all’evasione) questo porta a un maggiore benessere collettivo, oppure ammettiamo che gli italiani sono un popolo di evasori fiscali: non a caso da noi chi compra in nero spesso si giudica (e viene giudicato) furbo, quando è un evasore almeno alla pari di chi vende in nero.