Uno dei temi di attualità della politica, che però sta di fatto bloccando anche le scelte economiche, è il tema del dialogo tra le forze politiche, con il M5S che “non vuole alleanze con nessuno” e una buona parte della base del PD che dice “assolutamente no” ad un accordo con il PDL.
Vorrei portare la vostra attenzione al fatto che però questi atteggiamenti sono figli di una cultura politica dove quel che conta è come sono spartite le poltrone (e sì, dire che dovrebbero essere occupate da persone diverse da quelle che le hanno occupate fino adesso è comunque attenzione a come sono divise). Manca, insomma, la cultura politica in cui l’attenzione è ai contenuti: se le forze politiche avessero veramente delle idee o dei programmi, non dovrebbe esserci problema a trovare punti condivisi con altri. Per capirci: se all’assemblea di condominio sia io che il mio vicino di casa (che magari mi è antipatico) pensiamo che vada riparato il cancello, si decide assieme di riparare il cancello.
Rifiutare un accordo su punti che si condividono non è coerenza, è un gioco di potere, o al massimo pura stupidità.
Certamente, si può obiettare che le forze politiche hanno per lo più proclami, che proposte concrete, e forse è proprio questo che rende difficile gli accordi.
Sono d’accordo in linea di principio con quello che dici, ma posso proporti un punto di vista differente?
Se tu e il tuo vicino decidete di rifare il cancello, il tuo vicino si incarica di farlo, ti chiede metà della spesa preventivata, passano i giorni ma il cancello non viene rifatto, fate una seconda assemblea di condominio, decidete ancora di rifare il cancello, il vicino ti chiede di nuovo metà della spesa… che fai gliela ridai? proponi di occupartene tu? oppure gli chiedi che fine hanno fatto i soldi (giustizialista)?
Sembra, scusa per la rudezza, che tutti i commentatori italioti (niente di personale, ho cancellato l’aggettivo italiani dal mio vocabolario sabato scorso) manchino della più importante delle qualità umane: la MEMORIA.