Sesso

Compie un anno il primo museo al mondo dedicato ai vibratori

Compie oggi un anno (è stato infatti inaugurato il 12 aprile 2012) il primo museo al mondo dedicato… ai vibratori. Il museo (“Good Vibration’s Antique Vibrator Museum”), a San Francisco, raccoglie questi strumenti da fine ottocento a fine degli anni ‘60, e il suo scopo è quello di illustrare attraverso la loro evoluzione l’evoluzione della sessualità nella società.


La mostra, spiega la curatrice, la sessuologa Carol Queen, “contestualizza il ruolo del vibrato re nella società ed evidenzia come l’atteggiamento verso il sesso ed il piacere femminile si si evoluto”.

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I vibratori hanno una storia piuttosto curiosa, essendo stati inventati per curare l’isteria. Infatti l’isteria era la malattia più diagnosticata alle donne dall’antichità all’inizio del secolo scorso, e la cura individuata era… la manipolazione manuale dell’area genitale della paziente da parte del medico, per causare il “parossismo isterico”, che avrebbe dovuto sfogare ed eliminare l’isteria.

Quello che i medici chiamavano “parossismo isterico” altro non era che un orgasmo, ma i medici non se ne rendevano conto. L’attività  infatti veniva percepita come per nulla “sessuale”, ma anzi la “manipolazione” era considerata dai medici un’attività faticosa e che faceva perdere tempo. Proprio per evitare questo fastidio ed affaticamento delle mani, alcuni dottori hanno iniziato ad inventare delle macchine automatiche che svolgessero questo “spiacevole compito” al posto loro.

Il vibratore ha anche un altro curioso record: è infatti il quinto “apparecchio domestico” di cui è stata realizzata una versione a corrente elettrica, dopo macchina da cucire, ventilatore, bollitore e tostapane, ma molto prima (una decina di anni) rispetto ad apparecchi quali aspirapolvere ferro da stiro.

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