Va dato atto al Movimento 5 Stelle di avere coinvolto i cittadini alla politica, un aspetto importante perché la partecipazione e la condivisione delle scelte è un valore importante. Ma c’è un aspetto che sembra passato in secondo piano. E cioè la conoscenza della materia.
Noi italiani siamo bravissimi a commentare e criticare cose di cui non sappiamo, ma questa non è la strada che porta a scelte di cui si possa beneficiare. E’ vero che ognuno ha diritto a esprimere la propria opinione, ma dovrebbe anche avere il dovere di sapere di cosa parla. E questo vale a maggior ragione per la classe politica.
L’onestà viene portata come valore distintivo della nuova “generazione politica”, ma bisogna stare attenti: l’onestà è condizione necessaria, ma non da sola sufficiente per guidare verso buone scelte politiche. Per capirci: se il primario di chirurgia è ladro, farsi operare dal vicino di casa non è una scelta intelligente.
E questa “ingenuità” della nuova classe politica si fa vedere continuamente. Innanzi tutto, a nostro parere, con grossolani errori nell’individuazione delle priorità, dando la precedenza a temi dal significato in realtà prevalentemente simbolico (finanziamento pubblico ai partiti) anziché a problemi più impellenti ma meno localizzabili (crescita economica, disoccupazione, ecc.).