L’evasione fiscale è un male profondo dell’economia italiana, e continuamente si propone di recuperare risorse dalla lotta all’evasione fiscale. In pratica, però, spesso nei fatti questa diventa poco più di una buona intenzione, quando non una “scusa” per non prendere provvedimenti strutturali e strategici.
Eppure, volendo l’evasione fiscale si potrebbe sradicare. L’idea è nata in uno scambio di mail con un lettore: si tratta di un’idea che molti probabilmente giudicheranno “inaccettabile” (sicuramente ha degli elementi di semplificazione), ma crediamo valga come spunto di riflessione.
Azzerare l’evasione fiscale è facile: basta sanzionare in modo pesante il consumatore che acquista prodotti o servizi in nero.
La prima premessa è che alla fine, anche se molti se ne dimenticano, è il consumatore finale che paga direttamente o indirettamente tutte le tasse: il prezzo del prodotto che compra è anche funzione delle tasse che paga l’impresa, che in un certo senso sono “riversate” sull’acquirente e alla fine sul consumatore finale.
La seconda premessa è che le imprese possono scaricare i costi che sostengono, mentre il consumatore no: una soluzione talvolta proposta è quella di consentire anche ai consumatori di scaricare le spese, ma questa è impraticabile, perché “a quel punto lo Stato cosa incasserebbe e quando?”. Come minimo, penalizzerebbe in modo spropositato chi risparmia anziché consumare.
La tenza premessa è che una volta che il consumatore “si è fatto fare la fattura” tutta la filiera lavora “in bianco”: se, per fare un esempio, un elettricista lavora sempre e solo emettendo regolare fattura, gli conviene effettuare tutti gli acquisti in modo regolare, dato che in questo modo li può scaricare dalle tasse, e non corre il rischio che qualcuno gli chieda “perché hai comprato cinque trapani, se hai fatto solo due lavori quest’anno?”.
Facciamo un’ipotesi pratica: supponiamo che il consumatore che acquista qualcosa in nero sia multato per un valore 100 volte il valore di quello che ha avuto “in nero”. Sareste disposti ad accettare un servizio in nero, col rischio di una multa del genere? Di pagare 100.000 Euro per un servizio in nero da 1.000? Pensiamo di no, ed insistereste per avere la fattura, o chiamereste la finanza se non ve la vogliono fare.
Aggiungiamo un altro paio di clausole. La prima è che solo il consumatore sia multato, e non il venditore. In questo modo si elimina la solidarietà reciproca (“rischiamo tutti e due” — no, è solo il consumatore che rischia e per questo sarà poco propenso ad accettare il rischio)
La seconda è che metà della multa vada a chiunque faccia la segnalazione della transazione in nero. In primo luogo si evita il “tanto non mi beccano”, ma l’aspetto interessante è che “chiunque” vuol dire proprio chiunque: compreso il venditore, che potrebbe quindi farvi un lavoro in nero da 1.000 euro e poi denunciarvi e prendersi da voi altri 50.000 euro.
Ora, supponiamo che il meccanismo sia veramente questo, e che vi propongano di acquistare un prodotto o un servizio in nero. Direste sicuramente no. Non prendereste nemmeno in considerazione di accettare. E a quel punto, chi vi ha venduto il servizio non ha interesse ad acquistare a sua volta servizi/prodotti in nero, perché non li potrebbe scaricare e non ha bisogno di nascondere il giro d’affari, e via così. Ecco che tutto il nero emerge.
L’aspetto interessante è che viene da giudicare questo sistema “eticamente scorretto”. Ma, riflettendoci, perché? Se andiamo a vedere, il consumatore può avere solo due motivi per non farsi fare lo scontrino/fattura e non denunciare chi non glie lo volesse fare. Il primo è la connivenza (si aspetta un vantaggio nell’acquisto in nero), il secondo la pigrizia. Nel primo caso non c’è niente di scandaloso se chi trae un vantaggio dall’evasione fiscale sia punito. Nel secondo caso, oggettivamente, viene difficile giudicare la pigrizia un buon motivo di giustificazione (immaginate un pirata della strada che si giustificasse dicendo “sì, ho investito quel poveretto, ma non avevo voglia di fermarmi… sapete, avrei dovuto fare retromarcia… e poi era anche un po’ freschetto…”).
Banche e Risparmio [http://www.banknoise.com]
Preferivo la proposta di Report…
Questa proposta è moralmente ed eticamente inaccettabile (puniamo sproporIonatamente sempre la parte piu debole mi raccomando) ma effettivamente potrebbe funzionare… dico potrebbe perché facciamo un po’ di esempi pratici:
1:Ristoratori utilità nulla: non lo puoi dimostrare che ho mangiato questo in quel posto…
2 Tecnici: la lavatrice ha sempre funzionato… Ancora indimostrabile…
3 Edili: quel muro è sempre stato lì
Più ci penso meno mi convince… voto ancora per la proposta di Report: tassare alla fonte ogni prelievo di contante del 30% … vallo a fare il nero tu se ti pago con carta di credito…