Economia e Finanza

Shock petroliferi e area euro: quali rischi?

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Il prezzo del petrolio è una variabile critica “per eccellenza” sull’economia di qualunque Paese. A parte le “buone intenzioni” sulle energie rinnovabili, è indubbio che le economie di tutto il mondo siano per molti versi dipendenti dal petrolio.


Le probabilità di “shock” di qualche tipo nei prossimi anni, sull’offerta o sulla domanda di petrolio, non sono trascurabili, considerato anche la complessità anche geopolitica del mercato del petrolio, e sono molte le analisi che cercano di capire cosa succederebbe a seguito di un rialzo dei prezzi.

Una recente ricerca evidenzia un aspetto interessante: non conta solo se il prezzo “sale o scende”, ma soprattutto perché sale o scende.

Un rincaro del petrolio connesso con una riduzione dell’offerta mondiale avrebbe effetti negativi sull’attività economica e favorirebbe un aumento dei prezzi al consumo nell’area dell’euro. Il saldo della bilancia commerciale registrerebbe un disavanzo in virtù del peggioramento del saldo energetico.

Un incremento del prezzo del petrolio dovuto a un aumento della domanda aggregata nel resto del mondo avrebbe invece effetti inflazionistici, ma non recessivi, perché i fattori responsabili del rincaro del greggio favorirebbero simultaneamente l’accelerazione delle esportazioni. Il saldo di bilancia commerciale registrerebbe un avanzo.

L’analisi di episodi storici recenti mostra che l’aumento del prezzo del petrolio nel periodo 2004-2008 non avrebbe indotto effetti recessivi sull’economia dell’area dell’euro, essendo stato determinato da un aumento della domanda aggregata nel resto del mondo. La successiva discesa del prezzo del greggio nella seconda metà del 2008, inoltre, non avrebbe avuto effetti espansivi sull’attività economica in quanto connessa con la pronunciata riduzione della domanda mondiale.

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