E’ tornato alla ribalta il tema della “necessità” di regolamentare i blog. Un tema che se da un lato si può condividere, dall’altro non si capisce quale sia l’urgenza, dato che comunque già ora esistono le leggi: ad esempio, il reato di diffamazione si applica ovviamente anche a quello che viene scritto su un blog.
Ma vorremmo analizzare la questione da un altro punto di vista, e cioè il fatto che in realtà i blog competono sempre di più con l’informazione “tradizionale” anche per il decrescente livello di qualità di quest’ultima.
C’è chi accusa quotidiani e giornali di amplificare notizie e umori dei social network, usando spesso twitter come fonte: creando di fatto un corto circuito nel mondo dell’informazione, che cerca sempre di più di arrivare prima sulla notizia (e pazienza se poi si scopre che non era una notizia) e cerca di scrivere “quello che sembra che la gente vorrebbe leggere”, guadagnando così molte visite sui siti dei quotidiani, ma riducendo notevolmente la qualità dell’informazione. E ovviamente se la qualità dell’informazione è bassa, si crea un problema di democrazia, dato che la gente prende decisioni e fa scelte sulla base di presupposti sbagliati.
Il risultato però è che i quotidiani somigliano sempre più ai social network e ai blog, più che viceversa.
L’informazione dovrebbe spiegare le notizie, non semplicemente farci un titolo ad effetto. Un esempio di questa situazione lo si ritrova nella sistematica confusione tra indagine e condanna, con titoli di giornale che gridano allo scandalo perché a qualcuno accusato di questo o quel reato vengono concessi gli arresti domiciliari o magari viene rimesso in libertà: frequente che venga cavalcata ed alimentata l’onda emotiva dello sdegno per quella che viene fatta apparire come una “punizione incongrua”, molto raro che qualcuno ricordi che le pene si scontano dopo la condanna, e sulla base di un sospetto. Vendendo copie e guadagnando visite sui siti, ma distogliendo l’attenzione da quello che è il problema reale (in questo caso, i tempi enormemente lunghi dei processi in Italia).
E allora, ecco che la differenza tra i giornali e i blog si riduce molto…
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