Tyson Coates, di Adelaide, ha subìto qualche mese fa il furto della sua auto. “Cose che capitano” viene da dire, se non fosse per come si è evoluta la faccenda.
Innanzi tutto, Coates ha visto il furto “in diretta” dalle finestre di casa sua: ha chiamato la polizia però sembra non abbia preso molto seriamente l’urgenza della chiamata (l’operatore lo avrebbe messo anche in attesa) e gli agenti sarebbero arrivati solo diverso tempo dopo.
Sia Coates che dei suoi amici avevano visto, nelle settimane seguenti, l’auto in giro per le strade di Adelaide, ed avevano chiesto alla polizia un supplemento di indagine, fiduciosi che l’auto potesse essere ritrovata. Era stato segnalato alla polizia che l’auto era spesso parcheggiata nelle vicinanze delle prigione di Yatala, ma l’agente che ha ricevuto la segnalazione non ha fatto nessun rapporto ufficiale, e la polizia pertanto non ha preso alcuna iniziativa.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato però il fatto che l’auto di Coates è stata vista un’altra volta da un amico dell’uomo, che ha fermato un’autopattuglia per informarli: gli agenti hanno fermato l’auto, ma dopo un rapido controllo dei documenti… hanno restituito l’auto al guidatore, nell’incredulità di Coates (che nel frattempo era stato chiamato dall’amico).
L’auto è stata poi sequestrata dalla polizia in relazione ad un altro crimine (non è stato specificato se una rapina o traffico di droga), e stava anche questa volta per essere restituita alla persona sbagliata, se non che gli agenti si sono resi conto che era Coates il vero proprietario e glie l’hanno finalmente restituita.
La polizia si è difesa sostenendo che era stata cambiata la targa dell’auto, e pertanto a loro non risultava nulla di illegale collegato alla targa falsa. Un metodo investigativo poco convincente, viene da dire.
Coates si è detto soddisfatto del ritrovamento dell’auto, ma “certamente non di come è stata gestita la situazione”.
Una commissione interna sta attualmente cercando di capire come si sia potuta verificare una tale catena di errori superficiali.
[…] Fonte: notizie.delmondo.info […]