Economia e Finanza

Le statistiche assicurative: perché è infondato che le donne siano guidatori migliori

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No, questo non vuole essere un post maschilista. Ma la notizia (e relative polemiche) che il sesso non può essere un fattore in base al quale le compagnie assicurative possono determinare il premio offre lo spunto per una piccola digressione sulle statistiche sulle “capacità di guida” di uomini e donne.
Come purtroppo capita spesso quando si parla di sicurezza stradale, le statistiche anche in questo caso vengono presentate in modo fortemente distorto. Mi riferisco al fatto che alcuni sostengono che le donne siano guidatori più accorti, basando questa conclusione sul fatto che gli incidenti coinvolgono per il 70% uomini e per il 30% donne. Un dato apparentemente convincente, ma (non me ne vogliano le lettrici) presentato in modo scorretto. Infatti, un dato più significativo per indicare la “pericolosità” è il numero di incidenti per chilometri percorsi. È abbastanza verosimile, infatti, che uno che fa meno chilometri abbia meno probabilità di fare incidenti di uno che fa più chilometri.
Se iniziamo quindi a tenere conto del fatto che, in media, gli uomini sono alla guida per più chilometri che le donne, si comprende perché la statistica, normalmente presentata, sulla sicurezza alla guida di uomini e donne sia sostanzialmente infondata.
Ed è anche il motivo per cui le indicazioni dell’Unione Europea che il sesso non è un fattore determinante sono più che sensate, dato che le compagnie assicurative già tengono conto del chilometraggio medio percorso, un elemento ben più significativo.
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4 commenti

  • ottima osservazione
    aggiungerei che bisognerebbe anche capire come vengono conteggiati gli uomini e le donne coinvolte.
    Voglio dire, se si conteggiano tutti i conducenti coinvolti si possono verificare distorsioni del tipo:
    supponiamo vi siano 10 incidenti in cui una donna al volante manda fuori strada un uomo al volante.
    Le statistiche conteggeranno un totale di 10 donne coinvolte e 10 uomini coinvolti, quindi pareggio.
    In realtà 10 donne hanno causato l’incidente e 10 uomini l’hanno subito.
    (naturalmente vale anche il ragionamento contrario)
    jack

  • Concordo pienamente sull’infondatezza dell’analisi, che non va oltre il sensazionalismo giornalistico.
    A mio avviso, più che i km percorsi bisognerebbe considerare il tempo trascorso al volante. Guidare per un’ora in autostrada, percorrendo in media 100-120 km, è infinitamente meno rischioso che guidare per un’ora in città (dove in alcuni casi si arriva a percorrere anche meno di 40 km in media), come dimostrano i dati sul rapporto “incidenti per km” diffusi da ACI ed enti vari (alcune autostrade hanno valori prossimi a quelli di città, ma sono appunto i tratti cittadini di tali autostrade).
    E poi: oltre al tempo e ai km percorsi, siamo sicuri che il numero di guidatori maschi sia pari a quello delle guidatrici? Ad un qualunque semaforo basta far caso alle coppie e alle famigliole: guida (quasi) sempre il maschio. E’ quindi abbastanza normale che siano gli uomini a causare il maggior numero di incidenti… tanto più con una donna accanto che parla! :)