Cosa c’entra la crisi finanziaria della Grecia e Goldman Sachs? Più di quello che a prima vista si potrebbe pensare, secondo quanto riporta il New York Times.
Infatti, Goldman Sachs avrebbe prestato “di nascosto” fin dal 2001 diversi miliardi di dollari al governo greco. “Di nascosto” perché il tipo di transazioni effettuate erano sotto forma di operazioni valutarie, e non sotto forma di prestiti. Operazioni perfettamente legali e lecite, ma che secondo alcuni analisti avrebbero “ingannato” le autorità europee (così come gli gli investitori) circa l’effettiva solidità dei conti della Grecia.
In pratica, questo tipo di transazioni avrebbe consentito alla Grecia di “vivere al di sopra delle proprie possibilità”, con conti che figuravano come aderenti ai requisiti richiesti dall’area Euro ma senza in realtà rispettarli effettivamente.
Secondo questi analisti, sotto accusa non ci sarebbe solo l'”avidità” dei banchieri di Wall Street, ma anche (e forse soprattutto), la scarsa lungimiranza della classe politica, che — in quasi ogni Paese, e di qualunque parte politica — avrebbe la tendenza a cercare di rinviare i problemi anziché proporre sacrifici per risolverli.
Banche e Risparmio [http://www.banknoise.com]
anch’io ho letto l’articolo sul nytimes. Ciò che mi ha fatto più specie è il riferimento fatto all’Italia che nel 1996 avrebbe utilizzato anch’essa derivati per nascondere passività ed eliminare un po’ di debito dai propri conti. Forse solo in tal modo siamo riusciti a entrare in Europa caricando sulle generazioni future oneri difficilmente sopportabili.
Continua a riempirsi il meraviglioso curriculum di Goldman Sachs.
Sempre libera di depredare il mondo, ovviamente…
In Italia è stato fatto anche di meglio, con lo spostamento di debito dallo stato agli enti pubblici locali e da questi a società di gestione dei servizi create più o meno ad hoc….
Ho letto anch’io il nyt. Posso sbagliare ma secondo me la parola esatta per definire molti di questi derivati e’ “cartolarizzazioni”.
Mi riferisco specialmente all’accordo con il quale il governo greco ha ceduto i pedaggi autostradali dei prossimi anni, presumo in cambio di denaro liquido e non vedo in cosa differisca dagli appalti della societa’ Autostrade o dai casi in cui gli enti locali vendono le proprie sedi a dei privati per poi prenderle in affitto dagli stessi privati (per inciso, mi risulta che la stessa pratica sia diffusa anche fra i privati.. vedi telecom).
A me questo genere di accordi non piace ed il fatto che ci sia di mezzo GS e’ di per se’ un indicatore negativo. D’altra parte non e’ detto che siano sempre un male: penso soprattutto al caso in cui i proventi della vendita vengano utilizzati per ripagare debiti particolarmente onerosi (ad es. debito a tasso fisso emesso in un periodo in cui i tassi erano molto elevati).
Quest’articolo di FT spiega il giochetto in maniera un po’ più scientifica:
http://ftalphaville.ft.com/blog/2010/02/09/145201/goldmans-trojan-greek-currency-swap/
Chi era nel 2001 il vice presidente di GS in europa?
che goldman-sachs abbia teso una trappola intenzionale o no, o che il governo greco abbia voluto illudersi, interessa il giusto.
ciò che dovrebbe preoccupare è la totale mancanza di prospettive nel settore reale: vogliamo continuare a cedere tecnologia al resto del mondo (con le conseguenze che questo comporta) o riportare a casa il settore reale ?
Il punto è effettivamente proprio questo: troppo spesso ci si è focalizzati su “numeri” – che alla fine valgono quel che valgono – per ignorare concetti come crescita, competitività, e soprattutto STRATEGIA. Perché lo sviluppo va anche guidato, facendo delle scelte che non sempre sono banali: in Italia, ad esempio, si è fatto e si fa di tutto per tutelare lo status quo, privlegiando settori in cui non è quasi più possibile essere competitivi. Altri paesi hanno scelto di puntare sulla cosiddetta “eccellenza” e sull’innovazione. Si potrebbe dire che manca la “politica” (in senso di policy, più che di politics).