La settimana scorsa, il del Vice Direttore Generale della Banca d’Italia Anna Maria Tarantola è intervenuta ad un convegno intitolato “Banca e Mercato: quali prospettive?”, con un intervento interessante che ha esaminato i “rimedi” alla crisi finanziaria. Infatti, è bene ricordare che per quanto arrivino segnali positivi che la crisi economico-finanziaria si sta probabilmente avviando ad una conclusione, non intervenire sui fattori che la hanno causata (o anche solo resa possibile) vorrebbe dire preparare la strada ad un altra crisi. Val la pena esaminare quelle che sono gli elementi su cui è necessario intervenire (ed in parte lo si sta già facendo), dato che sintetizza molteplici problemi di cui abbiamo più volte discusso. Per la complessità del tema, per certi aspetti anche eterogeneo, dovremo “spezzare” la discussione in un paio di post.
Il primo tema emerso è quello della cosiddetta vigilanza “macroprudenziale”: non è infatti sufficiente tenere sotto controllo (attraverso la vigilanza “tradizionale”) la solidità dei singoli intermediari, ma è necessario è anche necessario tenere sotto controllo le interrelazioni tra i vari soggetti, valutando anche l’effetto che si può avere sul sistema finanziario da parte di fattori esterni, nonché identificando i canali tramite cui eventuali elementi di fragilità si potrebbero amplificare e propagare. La sottovalutazione di alcuni fenomini sistemici è proprio uno dei fattori che ha consentito l’espandersi della crisi (iniziata da un ambito relativamente circoscritto, come il mercato dei mutui subprime negli Stati Uniti). Per creare un sistema di vigilanza macroprudenziale, è stato previsto dalla proposta di regolamento adottata dalla Commissione UE lo scorso 23 settembre la creazione di un organismo apposito, lo European Systemic Risk Board (ESRB)
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