I BOT trimestrali ed annuali hanno toccato un nuovo minimo nell’asta di oggi (rispettivamente, 0,385% per quelli trimestrali, e 0,741% per quelli annuali). Viene da notare come in molti ancora si stupiscano che “nonostante il basso rendimento, vi sia una domanda molto elevata“.
Come abbiamo ripetuto più volte, il fatto che vi sia un’elevata domanda di BOT e questi rendano poco, non è assolutamente una contraddizione. Anzi, ne è la causa: i BOT infatti aggiudicati con un meccanismo d’asta, che danno diritto ad incassare alla scadenza una somma prefissata. Il rendimento è dato dalla differenza tra il prezzo di aggiudicazione e questa somma: se compro a 95 un BOT che vale 100, il rendimento è di 5 (pari a 5/95 che fa il 5,26% circa), se lo compro a 99 ho un rendimento di 1 (pari a 1,01%), e via così.
E’ evidente che, in un meccanismo di aggiudicazione basato su asta, il prezzo di aggiudicazione sarà tanto più alto quanto sarà il numero di offerenti, e quindi sarà minore il rendimento.
Ne approfitto per aggiornare il grafico relativo i rendimenti dei BOT nel 2009:
Il basso rendimento dei BOT è piuttosto un indicatore della scarsa fiducia degli investitori verso gli investimenti alternativi: in altre parole, meglio un rendimento minimo ma (praticamente) certo, che un rendimento più alto ma esposto al rischio. Il che inevitabilmente spinge ad interrogarsi su quanto possa essere solido il trend di ripresa delle borse che sembrava essere iniziato.
Banche e Risparmio [http://www.banknoise.com]
Sarò di parte, ma l’investimento in BOT, è uno degli investimenti meno remunrativi che esistono. Certo i BOT sono sicuri, ma vi sono altre forme di investimenti sicure che danno rendite maggiori. I BOT li compra chi non riesce a guardarsi davvero attorno…
Life is a perpetual instruction in cause and effect.