Il turismo è un potenziale economico che l’Italia probabilmente non sfrutta appieno. L’Italia è, secondo i dati dell’UNWTO, al quinto posto al mondo come meta turistica, con 43,7 milioni di arrivi nel 2007, dopo Francia (81,9 milioni di turisti), Spagna (59,2 milioni), Stati Uniti (56 milioni), e Cina (54,7 milioni). Val la pena evidenziare la posizione della Cina davanti all’Italia, che ha aumentato considerevolmente il numero di visitatori negli ultimi anni, che dovrebbe fare riflettere se veramente, come qualcuno a volte sostiene, la forza dell’economia Cinese sia unicamente il basso costo della manodopera. Anche se, va aggiunto per completezza, secondo la definizione del World Tourism Organization, la definizione di turismo ricomprende anche il cosiddetto “Business Tourism”.
Ad ogni modo, il turismo è certamente una risorsa che andrebbe maggiormente valorizzata e fatta fruttare: e questo vale anche (e forse soprattutto) per le regioni in cui l’economia “industriale” è più debole della media. Inutile dire che il Sud ha un potenziale, da questo punto di vista, enorme, che non viene espresso del tutto.
La Sicilia ad esempio è il secondo mercato turistico preferito dagli Italiani appena dopo la Toscana, e pur assistendo nel 2008 ad una flessione degli arrivi maggiore che nella media Italiana (-7,4% contro -5,6%), la spesa turistica non è diminuita altrettanto, anzi, è diminuita meno della media nazionale (-8,0% contro -8,9%), secondo le analisi degli analisti di Banca Monte dei Paschi. Dati positivi, che però non devono far dimenticare che rimangono ancora grosse possibilità di crescita, soprattutto sul fronte del turismo internazionale.
Il terzo mercato turistico preferito dagli Italiani è la Puglia, che sembra non essere stata praticamente colpita dalla crisi nel 2008, sul fronte del turismo, sempre secondo i dati di Banca Monte dei Paschi: gli arrivi di turisti nazionali sono aumentati dell’8,7% rispetto al 2007, e la spesa segna anch’esso un risultato positivo, +0,7%. Anche qui, però, ci sarebbero forse potenzialità di crescita, almeno a quanto si può desumere dalle stime degli analisti di Banca MPS, che hanno calcolato il tasso medio di crescita annuale della spesa degli stranieri in Puglia è più basso del valore nazionale (nel periodo 2005-2008, +1,1% vs +3,0%).
Se Sicilia e Puglia sono esempi di grosse potenzialità parzialmente inespresse, la Campania è invece un esempio che potremmo mettere nella categoria “errori di gestione”. Infatti, nel 2008 la regione ha subìto pesantemente il contrapcolpo della nota “emergenza rifiuti“, che ha portato ad una flessione della bilancia turistica del -31,2% rispetto al 2007, che ha colpito pesantemente l’immagine stessa della regione, soprattutto a livello internazionale (si può immaginare che gli italiani si siano lasciati influenzare meno dall’emergenza, avendo anche più chiaro se le zone colpite riguardavano o meno le loro mete turistiche), ma che dimostra come dovrebbe essere importante curare l’immagine turistica del nostro Paese, non solo a livello di promozione, ma anche di “fatti”.
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credo che il numero di arrivi in se non sia un valore esaustivo sia perchè da come si è specificato viene incluso anche Business Tourism, e sotto questo aspetto credo che l’Italia sia messa anche peggio, sia perchè per sfruttare al meglio le proprie risorse non si dovrebbe cercare di ottenere il numero massimo possibile ma di offrire servizi migliori e quindi fare in modo che spendano di più nel paese.