Economia e Finanza

Il Governo tenta la tassazione delle riserve auree della Banca d'Italia, ma la BCE frena

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In un articolo del cosiddetto “decreto anticrisi”, il Governo ha “tentato” di introdurre una tassazione delle riserve auree della Banca d’Italia. Diciamo “tentato” perché la Banca Centrale Europea ha dato parere negativo, almeno nei modi previsti dal Decreto. In dettaglio, l’articolo 14 prevede che “Le plusvalenze iscritte in bilancio derivanti dalla valutazione ai corsi di fine esercizio delle disponibilità in metalli preziosi per uso non industriale di cui all’articolo 1 del decreto legislativo 22 maggio 1999, n. 251, anche se depositate presso terzi o risultanti da conti bancari disponibili, escluse quelle conferite in adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza alle Comunità europee, sono assoggettate a tassazione separatamente dall’imponibile complessivo mediante applicazione di un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e relative addizionali nonche’ dell’imposta regionale sulle attività produttive, con l’aliquota del 6 per cento“. Noterete che la Banca d’Italia non è esplicitamente citata dal testo, che in effetti si applicherebbe in via generale, ma è indubbio che sarebbe proprio la Banca d’Italia a fornire la maggior parte dell'”incasso” che permetterebbe questa norma.
Come accennato, la BCE ha però dato parere negativo. Il principale motivo è che la tassazione non si applicherebbe solo alle plusvalenze realizzate, ma solo a quelle maturate. In altre parole, vengono tassati profitti che potrebbero non concretizzarsi mai — o perché la Banca d’Italia non vende l’oro nelle riserve, o perché tra la tassazione e l’eventuale vendita il prezzo dell’oro può scendere. Di conseguenza, viene a crearsi una situazione che viola il “divieto di finanziamento monetario del settore pubblico da parte della banca centrale”, e limita l’indipendenza della banca centrale, dato che vi è di fatto un trasferimento di fondi arbitrario dalla Banca Centrale allo Stato (che, ricordiamo, il Trattato UE prevede siano soggetti ben distinti, allo scopo di mantenere sotto controllo l’inflazione).
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