Gli hedge fund hanno sofferto fortemente la crisi finanziaria, subendo pesanti perdite e in alcuni casi finendo costretti alla chiusura. È quindi una notizia significativa il fatto che il mese di maggio abbia segnato un recupero per gli hedge fund, anzi, il miglior risultato dal 2000, con un guadagno dell’Eurekahedge Hedge Fund Index del 5,2% (si tratta un indice che misura appunto la performance complessiva dei fondi hedge).
I fondi hedge sono fondi sostanzialmente speculativi, finiti più volte sul banco degli accusati, non solo durante la crisi attuale. Ciononostante, il loro recupero può essere considerato un dato positivo. Non certo per il “ritorno della speculazione”, quanto piuttosto perché la loro performance indica alcuni elementi importanti.
Il primo è che il sistema finanziario sta ricominciando a normalizzarsi, che è un dato importante per un corretta circolazione dei capitali, e che potenzialmente quindi anticipa anche una normalizzazione del mercato del credito, fondamentale per l’economia reale. Questo principio di normalizzazione da un certo punto di vista costituisce un rischio, perché potrebbe far sentire come meno pressante la necessità di rivedere il funzionamento dei mercati finanziari, e quindi impedire l’attuazione di misure adeguate a prevenire il ripetersi di crisi come quella attuale.
Il secondo è che è accompagnato da aspettative di recupero dell’economia reale, e la performance quindi sarebbe coerente con uno scenario in cui le azioni e i mercati finanziari in genere “anticipano” la ripresa come dovrebbe essere nella natura delle azioni. Questo “anticipo” secondo molti tipicamente è di circa 6-8 mesi, il che vuol dire che non ci si deve attendere che la ripresa sia immediata — anzi, forse dobbiamo ancora toccare i momenti più difficili — ma c’è luce alla fine del tunnel.
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