Economia e Finanza

Le critiche al ponte di Calatrava a Venezia sono in realtà una questione economica?

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In questi giorni avrete forse notato una certa scarsità di nuovi post in banknoise.com: purtroppo sto lottando con qualche problema ai computer (non è che siamo in ferie, insomma, anche se ci piacerebbe…).


Dopo questa piccola “comunicazione di servizio”, ne approfitto per tornare su un argomento che avevamo toccato qualche tempo fa: il ponte di Calatrava a Venezia. Riassumo il dubbio che veniva, guardando da “non veneziani”: che senso ha criticare tanto l’accessibilità del ponte per i disabili, se tanto porta in un posto che non è accessibile per i disabili, cioè in un posto dal quale i disabili non possono andare da nessuna parte, perché tutto il resto dei possibili percorsi non sono “accessibili”, dato che nessun altro ponte è attrezzato? Non sarebbe stato meglio, invece che investire denaro in una modernissima “ovovia”, prevedere percorsi “acquatici” (cioè taxi e vaporetti) alternativi per chi ha difficoltà motorie?

Bene, un recente articolo del Corriere aggiunge una nuova luce al problema, soprattutto per quelli a cui “piace pensare male”. Riguarda le proteste di molti negozianti che, ora che è aperto il ponte, vedono diminuire gli affari perché molti turisti ora passano per la via più breve, appunto il nuovo ponte.

Volendo dunque “pensar male”, può venire il sospetto che molte polemiche siano dunque stato in un certo modo amplificate in modo funzionale ad interessi economici. Non so, chiaramente, se questo sia effettivamente il caso del ponte, ma va detto che si tratta di un meccanismo che non sarebbe certo un caso isolato, anzi, si tratta forse di un meccanismo diffuso: per promuovere la propria “causa”, si trova una motivazione di interesse sociale che possa aggregare un gran numero di persone — che a volte si lasciano coinvolgere un po’ ingenuamente. Per esempio: per tutelare il mio giro d’affari, combatto il mio “nemico” con la bandiera dei diritti dei disabili. In questo modo, non solo si può coinvolgere molta più gente dalla propria parte, ma diventa anche facile “screditare” gli avversari (con che coraggio qualcuno può opporsi ai diritti dei disabili?)

Ripeto: non so se sia effettivamente così in questo caso, lo prendiamo come esempio ipotetico. Personalmente, trovo che sia sempre meglio avere un dubbio in più che uno in meno.

E sempre in materia di dubbi, trovo che la situazione abbia analogie con la questione degli OGM (visto che siamo vicini al G8 agricoltura). Anche qui, la questione non è semplice, e ognuno come al solito deve fare le proprie riflessioni, però se c’è la questione sugli effetti degli alimenti-OGM è aperto (banalizzando: una mela “OGM” fa più o meno male di una mela trattata con pesticidi?), va detto che c’è anche quella del fatto che gli OGM cambiano anche gli equilibri economici tra i produttori agricoli (e di prodotti chimici…). Ovviamente, per chiarire, non penso che gli OGM facciano “per forza bene”, però i cinici a cui piace pensare male possono farsi venire un dubbio: in realtà si “combatte” per la salute, oppure per tutelare uno status-quo di interessi economici?

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