È un paio di giorni che non scrivo sul blog perché una brutta influenza mi ha tenuto a letto, ma non mi pare sia successo niente di nuovo. A parte, qualcuno potrebbe dire, il pessimo andamento delle borse. Che però di per sé non è una novità, ci sono nuovi “record” battuti, con il Dow Jones che scende sotto i 6.800 punti e torna “indietro” di 12 anni. (ma si tratta di elementi che avevamo già evidenziato).
Personalmente però non lo trovo un dato che aggiunge nuova preoccupazione, anzi credo che in questa situazione sia più importante supportare “l’economia” anziché “la borsa”. Certamente, in generale questi due elementi sono collegati in vari modi che abbiamo in più occasioni illustrato, però la borsa ha la tendenza a “premiare” le prospettive di guadagni nel breve termine (tra l’altro, si tratta di uno dei “problemi di fondo” della finanza).
Il difetto di molti interventi, soprattutto nella prima fase della crisi, è che hanno cercato di sostenere indici e indicatori anziché affrontare i problemi reali, posticipandone quindi la soluzione. Infatti, come abbiamo più volte evidenziato, c’è un fatto che va accettato perché l’economia “funzioni”, e cioè che quando gli affari vanno male, si subiscono delle perdite, cosa che vuol dire valori di borsa più bassi.
I problemi da affrontare sono a mio parere tre (che con “mentalità italiana” possono sembrare incompatibili, ma sono le facce della stessa medaglia):
- come consentire alle aziende in difficoltà di ristrutturarsi (anche in termini di personale) — un tema non banale, guardando solo alle immobilizzazioni pensate al problema che citavamo nel caso di AIG, che la vendita di asset e di rami d’azienda è stata resa fallimentare dal fatto che praticametne tutti stavano facendo altrettanto.
- come fornire ammortizzatori sociali adeguati ed efficaci a chi rimarrà almeno temporaneamente senza lavoro, per l’evidente necessità di non privare le famiglie delle loro capacità di “sopravvivenza”.
- come far sì che questo pesi il meno possibile sui conti dello Stato, e quindi dei contribuenti.
Banche e Risparmio [http://www.banknoise.com]
per ristrutturarsi le aziende hanno bisogno di credito affinchè non si ricorra agli ammortizzatori che peserebbero sui contribuenti ossia tutti noi :-)
ma scusa , domanda sulle banche da ingenuo che ti segue sempre
Ma se quelle italiane di titoli tossici non ne hanno o ne hanno pochi (come ci dicono i governanti) perchè non li sputano e dichiarano definitivamente?