In Italia, la lotta alla guida in stato di ebbrezza ha raggiunto livelli parossistici, con applicazioni delle norme che (per quanto, nelle migliori delle intenzioni, ci piace sperare) trascendono a volte in modo significativo la legge e a volte la Costituzione. Basti pensare che il “test del palloncino” è obbligatorio (e quindi scattano le sanzioni in caso di rifiuto) solo quando chi effettua il controllo “abbia motivo di ritenere che il conducente del veicolo si trovi in stato di alterazione psicofisica” (come specifica chiaramente il comma 4 dell’articolo 186 del nuovo Codice della Strada), in base a valutazioni qualitative che non vengono quasi mai effettuate.
Ma venendo ai fatti: un uomo di Torino al termine della festa di addio al celibato ha ritenuto di non essere in grado di guidare perché aveva bevuto troppo, e ha pensato bene di mettersi a dormire in macchina in attesa che gli passasse la sbronza. Sfortunatamente per lui, è passata un’auto della polizia, che ha notato l’auto e il suo occupante: quando si sono accorti che l’uomo era alticcio, hanno deciso di multarlo per guida in stato di ebbrezza, giustificando il fatto con la supposizione che l’uomo poteva aver guidato prima di addormentarsi.
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