Mondo

Viva l'Europa: se non ci fosse l'Euro, a quest'ora l'Italia…

Per quanto lamentarsi dell’Euro sia una sorta di sport nazionale, viene da chiedersi che cosa sarebbe successo se in Italia invece dell’Euro avessimo ancora la vecchia Lira
(del resto, ci sarà un motivo se la “fila” degli stati che vogliono entrare è ancora lunga).
La verità è che l’Euro ci ha decisamente difeso da mareggiate economiche che potevano fare decisamente male ad una moneta debole come la Lira. Questo non vuol dire che non ci siano state speculazioni conseguenti all’introduzione dell’euro, ma non è un esagerazione pensare a quello che è successo in Argentina qualche anno fa, e dire che l’Italia avrebbe potuto essere una nuova Argentina.


Se sembra esagerato, basta pensare che la Gran Bretagna (che ha un’economia decisamente più solida di quella italiana) ultimamente se la sta passando passando piuttosto male, con pesanti pressioni sulla sterlina (che si è svalutata di circa il 10% negli ultimi 3-4 mesi), sul sistema bancario (si veda il caso Northern Rock), sul settore immobiliare, e tassi di interesse che sono ben al di sopra di quelli della zona Euro, con i conseguenti effetti sui mutui.
L’Unione Europea, se avesse un minimo di unione (di intenti) politica, avrebbe nel suo complesso tutte le carte per prendere il testimone dall’economia USA, sempre più in affanno. Anzi, in realtà forse basterebbe non continuare a rifiutarlo: nel suo complesso, il PIL della UE è maggiore (così come peraltro è maggiore il numero di abitanti), e nel 2007 l’euro ha superato il dollaro per volume di transazioni nel mondo.

Banche e Risparmio [http://www.banknoise.com]

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10 commenti

  • In genere apprezzo i suoi articoli, ma questo proprio no. Il luogo comune che “se l’Italia non avesse l’euro sarebbe finita come l’Argentina” è completamente falso: le ricordo che l’Argentina è collassata perché aveva una moneta troppo forte, non certo troppo debole come era la lira italiana.

    Le autorità argentine aveano agganciato il peso al dollaro (la famigerata currency board), adottando di fatto una moneta estera e tassi di interesse decisi dalla FED.

    Ma l’economia argentina era debole e non poteva permettersi una moneta forte come il dollaro: ormai non conveniva produrre nulla ma, grazie alla moneta forte, comprare dall’estero (soprattutto dal Brasile).

    Per tentare di difendere l’indifendibile tasso di cambio lo stato si è indebitato troppo ed alla fine il sistema è collassato.

    Le analogie con l’area euro sono molte: il progetto di una moneta unica e di tassi di interesse uguali per economie diversissime tra loro (cos’hanno in comune Grecia e Germania ?) sta mostrando la sua atroce follia:

    – i tassi bassi, adeguati per la Germania, in Spagna (e non solo) hanno provocato un disastro, in quanto la liquidità
    in eccesso, non trovando sbocchi produttivi, ha gonfiato la bolla immobiliare che adesso sta scoppiando e probabilmente farà vittime eccellenti nel sistema bancario iberico

    – lo stesso governatore della banca centrale spagnola, mentre sta bruciando a ritmi vertiginosi le riserve auree per finanziare il deficit commerciale, ha ammesso che l’euro ha rovinato il suo paese

    – Spagna, Grecia, Portogallo hanno un deficit commerciale astronomico (oltre 10% del PIL) e non possono fare nulla in quanto ingabbiati nella moneta unica, che viene gestita a Francoforte

    – Nessuno ha spiegato ai cittadini, anche italiani, che avere una moneta forte significa accettare riforme dolorose ed impopolari, ed adesso sta arrivando il conto

    – Spagna, Grecia

  • In genere apprezzo i suoi articoli, ma questo proprio no. Il luogo comune che “se l’Italia non avesse l’euro sarebbe finita come l’Argentina” è completamente falso: le ricordo che l’Argentina è collassata perché aveva una moneta troppo forte, non certo troppo debole come era la lira italiana.

    Le autorità argentine aveano agganciato il peso al dollaro (la famigerata currency board), adottando di fatto una moneta estera e tassi di interesse decisi dalla FED.

    Ma l’economia argentina era debole e non poteva permettersi una moneta forte come il dollaro: ormai non conveniva produrre nulla ma, grazie alla moneta forte, comprare dall’estero (soprattutto dal Brasile).

    Per tentare di difendere l’indifendibile tasso di cambio lo stato si è indebitato troppo ed alla fine il sistema è collassato.

    Le analogie con l’area euro sono molte: il progetto di una moneta unica e di tassi di interesse uguali per economie diversissime tra loro (cos’hanno in comune Grecia e Germania ?) sta mostrando la sua atroce follia:

    – i tassi bassi, adeguati per la Germania, in Spagna (e non solo) hanno provocato un disastro, in quanto la liquidità
    in eccesso, non trovando sbocchi produttivi, ha gonfiato la bolla immobiliare che adesso sta scoppiando e probabilmente farà vittime eccellenti nel sistema bancario iberico

    – lo stesso governatore della banca centrale spagnola, mentre sta bruciando a ritmi vertiginosi le riserve auree per finanziare il deficit commerciale, ha ammesso che l’euro ha rovinato il suo paese

    – Spagna, Grecia, Portogallo hanno un deficit commerciale astronomico (oltre 10% del PIL) e non possono fare nulla in quanto ingabbiati nella moneta unica, che viene gestita a Francoforte

    – Nessuno ha spiegato ai cittadini, anche italiani, che avere una moneta forte significa accettare riforme dolorose ed impopolari, ed adesso sta arrivando il conto

    – Spagna, Grecia

  • Grazie del commento, speravo di stimolare un po’ di discussione perché è un problema interessante, bisogna che ne riparliamo in futuro (in modo, volendo “un po’ meno banale”). Mi rendo conto di aver banalizzato un po’ il tema.

    Su alcune cose che scrivi ti do ragione, ma su altre non sono del tutto d’accordo, nel senso che se è vero che avere una moneta troppo forte è sicuramente pericoloso, non si può neanche pensare che si possa avere un’economia solida ed in grado di produrre benessere basata su una moneta (forzatamente) debole.

    Soprattutto che l’Euro abbia “rovinato la Spagna”, mi pare un’affermazione piuttosto forzata: magari adesso rallenta un po’, ma fino ad inizio 2007 era uno dei paesi europei col maggiore tasso di crescita.

  • Grazie del commento, speravo di stimolare un po’ di discussione perché è un problema interessante, bisogna che ne riparliamo in futuro (in modo, volendo “un po’ meno banale”). Mi rendo conto di aver banalizzato un po’ il tema.

    Su alcune cose che scrivi ti do ragione, ma su altre non sono del tutto d’accordo, nel senso che se è vero che avere una moneta troppo forte è sicuramente pericoloso, non si può neanche pensare che si possa avere un’economia solida ed in grado di produrre benessere basata su una moneta (forzatamente) debole.

    Soprattutto che l’Euro abbia “rovinato la Spagna”, mi pare un’affermazione piuttosto forzata: magari adesso rallenta un po’, ma fino ad inizio 2007 era uno dei paesi europei col maggiore tasso di crescita.

  • Grazie della risposta.
    Aggiungo che avere una moneta forte può e deve essere uno stimolo a ridurre gli sprechi e la spesa inefficace, rinnovare la propria economia ed il proprio sistema produttivo, ed accettare anche riforme dolorose ed impopolari ma necessarie a tali scopi.

    Alla fine se la struttura produttiva ed industriale di un paese è debole, e se il paese spreca troppe risorse per svariati privilegi di numerose caste, alla fine andrà incontro al declino indipendentemente dalla moneta che ha adottato.

    Prova ne è il fatto che la valuta considerata “rifugio” per eccellenza, il Franco Svizzero, appartiene ad un piccolo paese che però ha i conti a posto.

  • Grazie della risposta.
    Aggiungo che avere una moneta forte può e deve essere uno stimolo a ridurre gli sprechi e la spesa inefficace, rinnovare la propria economia ed il proprio sistema produttivo, ed accettare anche riforme dolorose ed impopolari ma necessarie a tali scopi.

    Alla fine se la struttura produttiva ed industriale di un paese è debole, e se il paese spreca troppe risorse per svariati privilegi di numerose caste, alla fine andrà incontro al declino indipendentemente dalla moneta che ha adottato.

    Prova ne è il fatto che la valuta considerata “rifugio” per eccellenza, il Franco Svizzero, appartiene ad un piccolo paese che però ha i conti a posto.

  • Hai perfettamente ragione.
    Aggiungo un’altra cosa: il problema grosso non è solo lo spreco di risorse, perché in fondo sprecando risorse fai quello che devi fare ma spendendo di più. Il problema grosso a mio parere è quando fai scelte strategiche (che coinvolgono milioni di persone, non solo dal punto di vista economico, ma anche sociale, ambientale ecc.) distorte dalla volontà di assecondare interessi (immediate) di caste, sterzi verso il burrone.

  • Hai perfettamente ragione.
    Aggiungo un’altra cosa: il problema grosso non è solo lo spreco di risorse, perché in fondo sprecando risorse fai quello che devi fare ma spendendo di più. Il problema grosso a mio parere è quando fai scelte strategiche (che coinvolgono milioni di persone, non solo dal punto di vista economico, ma anche sociale, ambientale ecc.) distorte dalla volontà di assecondare interessi (immediate) di caste, sterzi verso il burrone.

  • Ormai abbiamo visto tutti quale “atroce follia” sarebbe stato rimanere fuori dall’euro. L’hanno visto specialmente in Islanda, a loro spese.