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I mercati affondano nonostante il taglio della FED. O forse anche grazie ad esso.

Come scrivevo ieri, il massiccio taglio a sorpresa che la FED ha operato sui tassi poteva essere anche lanciare un duplice messaggio negativo ai mercati, cioè che la situazione sia molto più grave di quanto ufficialmente affermato, e che la Federal Reserve non ha il “timone” dei mercati ma può solo cercare di assecondarli alla bell’e meglio. E dai risultati negativi di oggi delle borse, direi che questo messaggio è stato ampiamente colto.
Certo, c’è anche la speranza delusa che anche la Banca Centrale Europea facesse altrettanto, ma oggettivamente era difficile pensare che la BCE avrebbe realmente preso una strada del genere. Al massimo, ci si può al massimo aspettare che vi sia un taglio di uno 0,25% alla prossima riunione del board, ma non lo darei per scontato.


Per quanto criticato, personalmente apprezzo molto di più l’atteggiamento di Trichet e della BCE di quello di Bernanke e la FED. Le ragioni sono due:

  • Viene lanciato un messaggio chiaro ai mercati: “i fondamentali sono solidi e il rischio è quello dell’inflazione più che della recessione“. Può essere vero o meno, ma in ogni caso si evita l’incertezza che fa danni ancora peggiori.
  • Vengono responsabilizzate le banche e gli intermediari finanziari per una gestione “approssimativa” dei rischi, in alcuni casi fortemente sottovalutati (anche con il contributo di modelli matematici rivelatisi non affidabili), mentre la FED lancia il messaggio opposto: “qualunque cosa combiniate, arriverà qualcuno a tirarvi fuori dai guai in cui vi siete ficcati“.

Manca per il momento un’azione concreta e forte in direzione di una maggiore trasparenza dei mercati, per il fatto che banche e agenzie di rating possono essere in conflitto di interesse quando devono valutare l’affidabilità di prodotti finanziari che vengono valutati. Un’azione che sarebbe invece indispensabile, dato che tutta la crisi originatasi dai mutui subprime deriva dal fatto che “titoli polpettone” valutati come super-sicuri, si appoggiavano invece a crediti ad alto rischio: non è nulla di straordinario se un mutuo classificato come “subprime” non viene rimborsato (è per il suo rischio che è subprime!), quello che è grave è che cedole basate su crediti di questo tipo finiscano all’interno di titoli che poi vengono rivenduti come a rischio quasi zero.

Banche e Risparmio [http://www.banknoise.com]

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