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In Inghilterra si insegna cultura finanziaria a scuola

Ho già avuto modo di scrivere più volte che secondo me sarebbe opportuno che in Italia si iniziasse a preoccuparsi seriamente di diffondere un po’ di cultura finanziaria, in modo che le persone sappiano scegliere da sole gli investimenti più adatti alle loro necessità, o che almeno operino con il supporto di promotori finanziari, ma non con l’approccio “lascio fare a lui perché io non so” – dato che nessuno meglio di noi stessi sa quali sono le nostre esigenze ed obiettivi. E che si eviti il più possibile di cadere in situazioni pericolose: se ci si pensa, quello che è veramente scandaloso di scandali come quello di Parmalat, non è tanto se e come le banche hanno venduto azioni di una società che pensavano potesse essere in difficoltà, ma che abbiano lasciato che diverse persone investissero una quota significativa dei propri risparmi su una singola azione, contro la regola basilare della diversificazione – regola che chiunque operi a qualunque tipo in campo finanziario dovrebbe conoscere.
Come capita spesso, all’estero sono più avanti di noi, e in Inghilterra si insegna alle medie “cultura finanziaria”, allo scopo di aiutare i giovani a vivere una vita di “benessere finanziario”, evitando errori grossolani come l’eccessivo indebitamento. Si tratta di un’iniziativa a mio parere interessante: tanto più che non serve andare in dettagli tecnici eccessivi, ma basta presentare quelle che in inglese si chiamano “rules of thumb“, regole “spannometriche” che poi alla fin fine discendono direttamente dal buon senso, e dalla ricerca di informazioni “oggettive” sfrondate dagli annunci di marketing.
Sarebbe bello che anche in Italia si pensasse di diffondere la cultura del wellness finanziario: temo però sia difficile che accada, dato che l’ignoranza fa gioco a molti.


Banche e Risparmio [http://www.banknoise.com]

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1 commento

  • negli ultimi due anni, grazie al consorzio Pattichiari, la situazione italiana è minimamente migliorata. Tuttavia non è possibile constatatare tali miglioramenti prima di un paio di decadi, in quanto se un bimbo di 9 anni inizia ora ad avvicinarsi al “banco di scuola del mondo della finanza”, di certo non lo ritroveremo domattina nell’ufficio bancario a chiedere di acquistare un’azione piuttosto che un’altra. Tantomeno lo ritroveremo, tornato da scuola, a tirare la gonna della mamma, insistendo che una carta di credito ricaricabile, non sia una buona cosa per il fratello che studia all’università fuori dalla sua provincia.
    Quello della cultura e dell’educazione finanziaria è un argomento profondamente importante ed altrettanto interessante, sul quale sto concentrando i miei studi, al fine di concludere in bellezza il mio percorso di studi universitari.
    Il materiale a disposizione è, purtroppo, molto scarso. Soprattutto nel nostro paese in cui i dati sono ben al di sotto di quelli degli altri paesi di prim’ordine del vecchio continente. Nonostante ciò siamo ancora in grado di perdere esperti di prima fascia, come la Dott.ssa A. Lusardi, che per dare il meglio di sè si è recata negli States. Una cosa del tutto ineccepibile!
    Detto questo, qualora trovaste del materiale interessante e recente in tali tematiche, sarei interessato a venirne a conoscenza.
    E ricordate: lo studio è importante, ma se tenete tanto ai vostri soldi, perchè non informarsi di più?!