Nel sesso di gruppo tutto è permesso. Lo ha stabilito un tribunale brasiliano esaminando il caso di un uomo che ha denunciato un amico per essersi “approfittato” di lui durante un’orgia. I giudici hanno respinto le accuse dichiarando che chi partecipa a un atto sessuale collettivo deve e può immaginare che “puo’ succedere di tutto”.
Il fatto è accaduto qualche tempo fa in una cittadina dello stato di Goias, nel Brasile centrale. Un uomo ha partecipato ad un orgia assieme ad una coppia di amici (marito e moglie). Evidentemente la faccenda si è fatta assai problematica per l’uomo, visto le “particolari attenzioni” riservategli dell’amico.
Così è scattata la denuncia da parte della “vittima” per gli abusi subiti mentre era in uno stato di ubriachezza “che lo rendeva incapace di difendersi”. E’ scatta la richiesta al tribunale di un indennizzo per “attentato violento al pudore e danni fisici e morali”.
Ma la corte ha respinto le accuse. Secondo i giudici “la pratica del sesso di gruppo rappresenta un’aggressione alla morale e al buon costume minimamente civile. Se un individuo adulto partecipa in modo spontaneo e volontario ad un’orgia organizzata da amici suoi… poi non puo’ dichiararsi vittima di attentato violento al pudore”.
Secondo il giudice, infatti, “chi cerca la soddisfazione alla voluttà propria o altrui, dando la propria adesione ad un evento privo di regole come un baccanale, si sottomette coscientemente al ruolo di soggetto passivo o attivo, vista e considerata l’inesistenza di qualsiasi moralità e diritto in questo tipo di confraternita”. L’autore dell’atto di sodomia è stato cosi’ prosciolto, perché il delitto non sussiste, secondo il tribunale di Goias.
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