Animali

Imprenditore rischia la vita per salvare migliaia di cani dal macello

un cane

Fino a pochi anni fa, Mark Ching era un imprenditore di successo, che dedicava un po’ del suo tempo libero ad aiutare i cani randagi nella zona di Los Angeles, dove viveva, aiutandoli a trovare una famiglia che li accogliesse. Ma quando ha sentito dell’uso di questi animali a scolo alimentare in Cina, e vedere con i suoi occhi quel che succedeva, ha deciso di dedicare la sua vita a salvare i cani dalla morte, anche a costo di mettere a rischio la sua stessa vita.


Il momento che ha cambiato la vita di Ching è stato quando ha sapuro del “Yulin Dog Meat Festival”, un evento annuale che si tiene in Cina dedicato alla carne di cane: Ching si era sempre astenuto dal criticare le popolazioni che mangiano carne di cane, dato che si tratta di un aspetto culturale, ma ha deciso di intervenire dopo aver visto le torture a cui verrebbero apparentemente sottoposti gli animali prima di essere uccisi, con la motivazione che ciò renderebbe la carne più gustosa. La cosa sembrava incredibile a Ching, che ha deciso quindi di andare a vedere con i propri occhi ed ha così preso un biglietto per la Cina. Lì, racconta l’uomo, ha assistito a scene più orribili di quel che poteva immaginare, e questo lo ha spinto all’azione.

Da quel momento, Ching ha iniziato viaggi regolari in Cina, Corea del Sud e Vietnam, per cercare di salvare più cani che poteva dal macello. Nel suo primo viaggio ne ha recuperati 249, ma solo 61 sono sopravvissuti: da lì ha capito che non bastava portare gli sfortunati animali fuori dai macelli, ma bisognava entrare in contatto con veterinari locali per curare i cani dopo la loro liberazione.

La strategia di Ching è quella di presentarsi ai macelli accompagnati da un traduttore, spacciandosi per un acquirente interessato a macellare personalmente gli animali: questo allo scopo di evitare liti, ma non sempre funziona. È successo più di una volta che l’uomo sia stato picchiato perché la sua bugia è stata scoperta. Una volta, in Corea del Sud, dopo essere stato picchiato è stato anche minacciato con un machete e una pistola: ma questo non lo ha fatto desistere dal continuare in quella che considera la sua missione.

Loading...