Quando si tratta di sfidare la sorte, ci sarebbero dei momenti in cui scommettere è più emozionante che altri. È possibile che ci sia un pattern comportamentale che preveda quando la gente è propensa a tentare la fortuna, e quando invece no? Secondo una ricerca scientifica, sembra proprio di sì.
E’ noto che la gente tende a scommettere maggiormente quando è di buon umore, probabilmente perché lo spirito positivo favorisce l’ottimismo (e a volte anche l’eccesso di ottimismo). Allo stesso tempo, risultati positivi non previsti influenzano l’umore: un colpo di fortuna inatteso indubbiamente favorisce il sorriso. Lo studio si è concentrato sul verificare se ci sia una correlazione tra “imprevisti positivi esterni” e propensione al gioco.
Analizzando i dati storici delle scommesse e delle vendite di biglietti della lotteria relativi alla città di New York, i ricercatori hanno applicato un algoritmo per verificare la presenza di correlazioni con fattori esterni come un successo imprevisto della squadra locale, oppure una giornata si sole quando le aspettative erano per la pioggia.
Ne è emerso che effettivamente, in caso di “imprevisti positivi esterni”, si ha un incremento della propensione al gioco, e la gente scommetteva di più. Questa correlazione era presente in tutti i quartieri, ed è quindi apparentemente indipendente dalla condizione sociale, razza o religione.
Ecco dunque che nei giochi in cui in caso di vincita si va a dividere il montepremi tra tutti i vincitori è forse conveniente giocare nei giorni di pioggia, in modo da dover dividere l’eventuale vincita con meno probabili concorrenti.