Cronaca Nera

Condannato a 40 anni dopo avere rifiutato accordo che lo avrebbe reso libero

sbarre

Raymond Lindsey Jr, di Montgomery County, in Texas,è stato recentemente condannato a 40 anni di prigione. La tragica ironia è che Lindsey ha rifiutato di accettare un accordo che lo avrebbe reso immediatamente un uomo libero.


I fatti sono iniziati nel gennaio 2015, quando la polizia è intervenuta in un appartamento di Montgomery County per una possibile violenza domestica, dove hanno trovato Lindsey in stato alterato. Gli agenti hanno cercato di calmare la situazione e hanno atteso che la fidanzata dell’uomo facesse le valige. Nel frattempo, Lindsey avrebbe minacciato i poliziotti, e poi ha iniziato a distruggere vari oggetti nell’appartamento, così che gli agenti hanno deciso di arrestarlo, non senza difficoltà.

Dopo l’arresto, Lindsey ha atteso in prigione 19 mesi prima del processo, qualche settimana fa: il suo avvocato gli ha spiegato più volte che, se avesse accettato di dichiararsi colpevole, avrebbe potuto andare immediatamente a casa, dato che i mesi passati in prigione in attesa del processo erano sufficienti a fare considerare la pena scontata.

Ma Lindsey, testardamente, ha voluto dichiararsi innocente perché era convinto di essere stato incastrato, e a nulla sono valse le raccomandazioni dell’avvocato, che lo ha avvisato che rischiava una pena molto più severa se si fosse svolto il processo. Lindsey era talmente cocciuto che l’avvocato lo ha fatto sottoporre a un esame psicologico, dubbioso sul fatto che fosse in grado di intendere e volere. Ma gli psicologi hanno dato semaforo verde per il processo.

In tribunale le cose sono andate come temeva l’avvocato: e ad aggravare la situazione anche alcuni precedenti che aveva Lindsey, e così l’uomo alla fine è stato condannato ad un totale di 40 anni di reclusione, per aggressione, aggressione a pubblico ufficiale, e diversi altri capi d’accusa. Quando ha sentito il verdetto, Lindsey si è girato calmo verso l’avvocato e gli ha detto “è tutto ok, lei ha fatto del suo meglio”, lasciando a dir poco stupefatto l’avvocato, che comunque intende presentare appello contro la sentenza.

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