Trovare un buon lavoro e ben pagato è difficile di questi tempi, e per questo non può che sorprendere le difficoltà di una cittadina neozelandese, Tokoroa, che non riesce a trovare qualcuno disposto a fare il medico di famiglia, nonostante l’offerta di uno stipendio di 400.000 dollari neozelandesi l’anno, pari a circa 260.000 euro, più tre mese di ferie pagate e garanzia di non lavorare la notte o nei week-end.
Il dottor Alan Kenny, socio della Tokoroa Family Health Clinic, che ha in carico la salute dei cittadini della cittadina, è andato alla ricerca per lungo tempo di qualcuno che gli potesse dare una mano a prendersi cura dei 6.000 pazienti che deve seguire.
Apparentemente il problema nel trovare qualcuno a proporsi per il lavoro è il fatto che cittadine come Tokoroa sono percepite come un vicolo cieco professionale. E Kenny ammette che probabilmente il lavoro non sarà emozionante come in una capitale ma la qualità della vita è buona e lo stipendio è quasi il doppio di un normale medico neozelandese. L’ipotesi del dottor Kenny è che questo sia anche legato al fatto che la principale università di medicina del paese, ad Auckland, è frequentata per lo più da ragazzi della città, e che quindi sono ancora meno propensi a spostarsi “in campagna”, mentre se ci si sforzasse di fare iscrivere un maggior numero di studenti dalle aree rurali (già familiari con lo stile di vita delle campagne) probabilmente cittadine come Tokoroa avrebbero meno problemi a trovare medici.
Sfortunatamente, l’appello del dottor Kenny non ha avuto l’esito che sperava: dopo che la notizia dell’offerta di lavoro è diventata virale, è stato inondato di curriculum, per la quasi totalità però spazzatura: diversi non parlavano inglese, ed alcuni non avevano neppure esperienze in campo medico. Non solo: la notizia dello stipendio ha generato invidie in città, e la situazione per Kenny è diventata ancora più stressante di prima: “La città ha reagito con ostilità al mio problema e alla conoscenza di quanto guadagna un professionista medico. La gente parla male di me su Facebook, e c’è molta ostilità in città. Mi sento molto stressato, i miei pazienti sono infelici e lo staff è sotto pressione. Ho un continuo mal di testa e se qualche candidato valido venisse fuori da tutta questa orribile situazione, ne sarei molto sorpreso”. Ma forse Kenny era fin troppo pessimista: nella massa di curriculum inutili ricevuti, ce ne erano anche un paio di apparentemente validi, che potrebbero finalmente permettere a Kenny di avere l’aiuto di cui aveva bisogno.