Una decina d’anni fa, i mercati azionari attraevano tantissime persone: i continui guadagni degli indici avevano convinto molti che erano un modo semplice ed efficace per poter guadagnare moltissimi soldi, certi che il trend non sarebbe mai cessato e i guadagni sarebbero continuati anche in futuro.
Come sappiamo, le cose non sono andate così: ma l’euforia che c’era poco prima del 2008 non è forse casuale, se ricordiamo l’aneddoto del finanziere americano che, alla volta della crisi del ’29, decise di vendere tutte le sue azioni quando aveva scoperto che anche il suo lustrascarpe aveva investito in borsa. Semplificando tantissimo, la cosa può essere spiegata con il fatto che perché il mercato azionario possa crescere, infatti, devono esserci dei potenziali acquirenti, e quindi se tutti quelli che potevano comprare hanno già comprato (anche i lustrascarpe, quindi), allora i prezzi saranno inevitabilmente destinati a scendere, e nel caso che si fosse creata una “bolla”, allora la discesa sarà particolarmente rapida e violenta.
Il mercato difficile aiuta a diventare bravi investitori
Se dunque per molti è un po’ sceso l’interesse verso il mercato delle azioni (a cui molti investitori occasionali sembrano preferire mercati come quello delle valute, percepito come più “facile”), è anche vero che situazioni di incertezza come quella attuale sono forse le migliori per avvicinarsi ad esso: non solo perché possono presentare opportunità di guadagno, ma anche perché costringono a una gestione più oculata, e quindi a diventare “bravi investitori”: un valido adagio invita a non attribuire troppo facilmente i guadagni alla bravura personale (specie nei periodi di crescita globale), con il rischio quindi di cadere poi in eccessi di fiducia,
Del resto, in borsa (come dappertutto, d’altro canto) guadagni facili non ce ne sono mai, poiché tutti i trend noti sono infatti “già incorporati” nel prezzo delle azioni: in altre parole, pensare di comprare un certo titolo perché si sa che in futuro la società guadagnerà più di adesso non porta automaticamente ad un guadagno, perché tutti gli altri investitori lo sanno e quindi il prezzo delle azioni è già salito andando a tenerne conto. Infatti, è da notare attentamente come il valore delle azioni non salga o scenda quando le società guadagnano tanto o poco, ma piuttosto quando guadagnino più o meno delle attese.
Mercato azionario o valute: cosa preferire?
Come scrivevamo poc’anzi, molti in questo momento sembrano preferire il mercato valutario, o magari quello delle opzioni binarie, rispetto al più tradizionale mercato azionario.
Una ragione è che i primi due sembrano meno collegati a dinamiche economiche generali, o per meglio dire consentono guadagni indipendenti da esse. Le azioni, invece, possono risentire globalmente di effetti di contesto globale. Un secondo motivo è anche che i primi sono stati anche “costruiti” con un occhio alla semplicità, che rende molto più intuitivo l’iniziare ad investire.
Però la semplicità non aiuta a effettuare investimenti consapevoli: mettere i propri soldi senza capire dove li si stanno mettendo è equivalente a fare del puro e semplice gioco d’azzardo.
Un secondo motivo è che mercati come quello del Forex sono mercati “a somma zero”: cioè dove si può guadagnare solo se qualcun altro ci perde. E “l’altro” spesso sono investitori professionisti altamente preparati. Nel caso del mercato azionario, invece, questa “competizione” tra investitori è meno diretta, perché possono più facilmente esserci situazioni in cui tutti ci guadagnano, soprattutto guardando al lungo e lunghissimo periodo.