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La conferenza dedicata alle “cose più noiose” (ed è sempre un successo)

boring conference - da facebook

Di solito chi organizza una conferenza vuole che l’argomento sia interessante e i partecipanti tengano sempre viva l’attenzione. Non è il caso di James Ward, che ogni anno organizza una conferenza dedicata alle “cose più noiose”, dove si è parlato in passato di sacchetti di carta, controlli di qualità, mattoni, e carta igienica. E la cosa incredibile è che questa conferenza, che fa della noia il suo punto d’orgoglio, è sempre un grande successo.


La “Boring Conference” è nata nel 2010, quasi per scherzo. Tutto è iniziato quando gli organizzatori di un evento chiamato “Interesting Conference” hanno deciso di annullare la conferenza perché erano troppo impegnati in altre cose, e Ward, scrittore ed esperto di marketing ha risposto all’annuncio dell’annullamento sostenendo che a lui invece piacevano le cose noiose, e che anche quelle meritavano di essere festeggiate. La sua risposta ha avuto numerosi commenti positivi (con molti che chiedevano anche dove comprare i biglietti per un evento del genere), fino a spingere Ward ad organizzare sul serio l’evento.

Quest’anno, la “conferenza noiosa” è arrivata alla sua sesta edizione, ed i 425 posti disponibili sono andati esauriti in pochi giorni da quando sono stati messi in vendita. Come ogni anno, sarà Ward stesso ad aprire l’evento: avere ospiti avrebbe infatti potuto rendere la cosa più interessante.

Il segreto del successo della conferenza sarebbe il fatto che “l’asticella è molto bassa”, e i partecipanti arrivano con aspettative molto scarse, e così è molto facile che rimangano sorpresi positivamente, con la conferenza che si dimostra superiore alla loro attese. Del resto, la “Boring Conference” non è una conferenza in cui l’obiettivo è la noia pura e semplice ma piuttosto, spiegano gli organizzatori, “una celebrazione del banale, dell’ordinario, dell’ovvio e dell’ignorato, di cose considerate inutili ma che esaminate da vicino si dimostrano molto affascinanti”.

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