Yi Jiefeng si è data una missione molto impegnativa: riportare la foresta nel deserto di Alashan, in memoria del figlio morto 16 anni fa in un incidente stradale.
Perdere un figlio è una grande tragedia per una madre, e per farzi forza la donna ha deciso di dedicare la vita a quello che era il sogno di suo figlio, fermare l’avanzata del deserto nel nord della Mongolia. “Era un grande amante della natura fin da quanto era piccolo. Si preoccupava di tutto: dalle piogge, al vento, alle piante, agli animali”, racconta la donna.
E così, la donna ed il marito hanno deciso di utilizzare i soldi dell’assicurazione per creare nel 2003 un’organizzazione non-profit dedicata alla ri-forestazione del deserto. All’inizio però non avevano grandi conoscenze in materia di piante, e il loro primo tentativo fu infruttuoso. Ma i due non si sono lasciati abbattere, e hanno riprovato, questa volta consultando esperti agronomi per aiutarli nell’iniziativa.
Questa volta, le cose sono andate meglio, e diverse piante hanno attecchito, anche grazie ad un po’ di fortuna. “Sembrava che lo spirito di mio figlio ci stesse portando fortuna: quando abbiamo finito di piantare, ha iniziato a piovere copiosamente”. Da allora, ogni anno i coniugi piantano nuove piante, e ogni volta piove. Grazie a questo, il tasso di sopravvivenza delle piante è superiore all’85%.
Nel tempo, l’organizzazione si è evoluta, iniziando a dedicarsi anche alla sensibilizzazione e all’informazione. “All’inizio lo facevo solo per realizzare il sogno di mio figlio. Ma poi ho capito che la Cina ha un serio problema di desertificazione. Se le cose peggiorano sempre di più, come possono sopravvivere 1,3 miliardi di cinesi? Abbiamo sentito una responsabilità sociale”.