In tutte le specie, il corteggiamento è molto evidente, e le femmine spesso scelgono il maschio con cui accoppiarsi tra quelli che producono i segnali più intensi (dai canti alle forme), che diventano una misura di qualità dell’esemplare.
Confrontato a questo contesto naturale, il comportamento umano è anomalo, specie nella forma del flirt, caratterizzato da segnali poco evidenti e talvolta ambigui. Due ricercatori della University of Pennsylvania hanno studiato il fenomeno.
La spiegazione che ne hanno dato è che il corteggiamento umano comporta dei “costi sociali” potenzialmente significativi, che dipendono dal contesto sociale ma in genere possono essere amplificati in molti modi. Fondamentalmente, in certe situazioni (come può essere l’ambito lavorativo, o quando è presente il partner della persona da cui si è attratti) sarebbe controproducente essere troppo espliciti.
Per gestire queste situazioni, gli umani avrebbero sviluppato dei segnali “discreti”, che hanno lo scopo di non essere notati da altri che dal destinatario. Non a caso, a seconda del contesto e del rischio considerato “accettabile”, i segnali diventano più o meno espliciti.