Il dolore, in varie forme, è un elemento chiave di molte pratiche culturali di iniziazione di gruppo: dalle confraternite studentesche, alle tribù che vivono nei luoghi più remoti. Un gruppo di ricercatori australiani ha voluto approfondire se il dolore abbia degli effetti sociali, cercando di capire se esperienze dolorose possono incentivare la cooperazione nei gruppi sociali.
Per scoprirlo, i ricercatori hanno sottoposto i volontari, suddividendoli in piccoli gruppi, ad alcune esperienze dolorose, come immergere le mani in acqua ghiacciata, mangiare peperoncino piccante, oppure fare degli esercizi fisici.
I ricercatori ritengono di avere trovato prove di un nesso di causalità: condividere esperienze dolorose con altre persone (comparato con gruppi di controllo “senza dolore”), promuove relazioni interpersonali di fiducia, aumenta il legame percepito tra estranei, e spinge ad una maggiore cooperazione anche nei giochi economici.
Il dolore condiviso avrebbe quindi un ruolo importante nella creazione dei gruppi: ed è forse in quest’ottica anche la solidità che a volte hanno amicizie nate in ambito scolastico (dove il “dolore” sono le varie difficoltà che si incontrano sia nello studio che dal punto di vista sociale) oppure durante il servizio di leva.