Per gli appassionati, la boxe è un’arte. Ma non ci si aspetterebbe comunque che il risultato di un “incontro” con i guantoni da boxe sia un dipinto. Eppure è proprio questo che fa Bart van Polanen Petel, pugile pittore che realizza i suoi quadri prendendo le tele a pugni con guantoni da boxe.
“Se la vita è una lotta darwiniana per sopravvivere, allora la box ha il merito di essere chiara su questo”, spiega il pugile, che aggiunge di sentire un legame con l’uomo dell’età della pietra e del medioevo quando è sul ring a combattere contro un avversario. “L’evoluzione non è allo stesso livello della società. Anche se non serve più, una antica fiamma brucia dentro di noi. Con la boxe può essere liberata”.
Sulle sue opere, van Polanen racconta: “Uso i pugni per creare, anziché per rompere denti e ossa. Uso esclusivamente tecniche della boxe, con veri guantoni. Non ci sono pennelli o correzioni. Le tele sono avvolte introno al sacco. E’ un espressione esplosiva di emozioni: paura, aggressione, rabbia. Diretti, ganci e montanti muovono la pittura sulla tela. Quello che rimane è un eco della ‘bestia interiore’”.
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