Una ricerca ha analizzato gli stereotipi sul comportamento dei lavoratori e sulla sua valutazione da parte dei responsabili e dei supervisori, riscontrando che questa valutazione è collegata anche all’ora a cui il lavoratore si presenta al lavoro.
Ovviamente, parliamo di lavori in cui vi sia un orario flessibile (cioè il lavoratore possa scegliere, almeno entro certe fasce, quando arrivare e quando andare via), oppure dell’anticipo con cui il lavoratore si presenta al lavoro, escludendo i casi di ritardo che sono chiaramente un’altra questione, ed in generale i casi in cui gli orari che deve rispettare il lavoratore siano particolarmente rigidi.
Dalla ricerca è emerso che a parità di tutti gli altri fattori (come risultati raggiunti, autovalutazione del lavoratore, ecc.), i responsabili tendevano a valutare meno coscienziosi i lavoratori che arrivano più tardi al lavoro, considerandoli inoltre meno performanti, mostrando una preferenza verso chi invece arrivava in anticipo. Questo bias di valutazione sarebbe particolarmente marcato quando il responsabile è un tipo mattutino.
I ricercatori suggeriscono che dovrebbero essere adattati i criteri di valutazione nelle imprese, per evitare una distorsione del giudizio legata a fattori come l’orario di inizio, che favoriscono giudizi più positivi per persone che non sono realmente più performanti. Nel frattempo, però, forse è meglio anticipare la sveglia di un quarto d’ora, e cercare di sfruttare ogni trucco per arrivare prima al lavoro.