Sembra ci sia un rifiuto crescente verso la Teoria dell’Evoluzione negli USA: secondo alcuni studi solo circa un terzo degli americani si dichiara convinto che “processi naturali come la selezione naturale” siano alla base della nostra esistenza, per quanto due terzi si dichiarano genericamente a favore della teoria dell’evoluzione.
Quel che però fa pensare è la percentuale di americani che rifiuta categoricamente la teoria dell’evoluzione (tra il 25 ed il 30 per cento), e soprattutto il fatto che questa percentuale sia, seppur di poco, in crescita negli ultimi anni, e soprattutto si vada radicalizzando. Non si tratta, peraltro, dell’unico caso di movimento “antiscientifico” che sembra avere successo negli ultimi tempi.
Qual è la causa? Da un lato, indubbiamente la crescente complessità delle scienze: citando Arthur C. Clarke, “ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia”. Dato che tecnologia e scienza ormai hanno raggiunto un livello di complessità estremamente elevato, non sono pochi quelli che non comprendendole le confondono con la magia. Da lì a confondere la magia con la scienza il passo è breve.
L’aspetto ironico è però che, secondo una recente ricerca, il successo del creazionismo (e in generale delle teorie “antiscientifiche”) è causato dall’evoluzione naturale dell’uomo.
Infatti, l’evoluzione avrebbe stimolato lo sviluppo di una serie di “scorciatoie mentali”, per favorire il risparmio di energie e la rapida risoluzione dei problemi (specie quando questi erano semplici e ripetitivi). Nel caso del dibattito evoluzionismo-creazionismo, ci sono secondo i ricercatori questi meccanismi in gioco, tra gli altri:
Categorizzazione. Al nostro cervello piacciono le categorie nette e definite, perché aiuta la memorizzazione. Quindi le cose distinte vengono considerate distinte: gli uccelli hanno le ali e i pesci hanno le branchie, quindi vanno tenuti in due caselle diverse. Pensare che hanno dei punti in comune, e antenati in comune, richiede uno sforzo.
Incapacità di comprensione. L’universo ha una scala di dimensioni e di tempi che sono totalmente inconcepibili per la mente umana (qualcuno di voi ricorderà il fatto che se si comprimesse la storia dell’universo in un anno, e si datasse il Big Bang alla mezzanotte del 1° gennaio, la fine della preistoria sarebbe collocata al 31 dicembre alle 23:59 e 50). Già i millenni sono difficili da comprendere per noi: parlare di cose che capitano nel corso di milioni o miliardi di anni per molti è assolutamente incomprensibile.
Antropomorfizzazione. L’uomo tende ad attribuire una capacità di pensiero umana alle cose (avete mai sentito qualcuno dire “il mio computer mi odia”?). La ragione sarebbe che questo avrebbe favorito l’attivazione dell’istinto di combattimento o fuga anche di fronte a minacce naturali. L’evoluzione qui avrebbe avuto un ruolo fondamentale: con un esempio banale, se pensate che un masso che rotola vi stia inseguendo, probabilmente fuggirete con più foga di chi pensa che è solo un oggetto inanimato attratto dalla forza di gravità, ed avrete maggiori possibilità di sopravvivenza. Nel tempo, vengono selezionati i soggetti che antropomorfizzano gli oggetti.
Causalizzazione. “Ogni cosa deve avere un motivo”, per la mente umana. E soprattutto, deve avere un motivo che vi riguarda in prima persona direttamente. Piove perché voi avete lavato la macchina, non perché l’ha lavata uno che conoscete vagamente di vista. L’eccesso di applicazione di questo schema però fa sì che si tenda ad immaginare che qualunque oggetto, e ancor più l’universo intero, tenda ad agire in modo deliberato nei nostri confronti.
Tribalismo. Si tende ad accettare le idee di chi si ha attorno: questo produce unità tra i vari soggetti (un vantaggio evolutivo importante per gli animali che vivono in gruppo, dato che produce maggiore affiatamento), ma al tempo stesso rende difficile accettare idee esterne, a prescindere dal fatto che siano fondate o no. Questo aspetto in particolare spiega perché il creazionismo e l’evoluzionismo negli USA sono molto correlati anche alla fede politica, con i repubblicani ferventi creazionisti e i democratici sostenitori di Darwin.