E’ normale che una persona non sappia tutto, anche quando si tratta di un ricercatore: inevitabilmente, si conosce approfonditamente il proprio campo e solo di sfuggita quelli diversi, anche se magari collegati. Ma quando si “reclama” una scoperta bisogna però essere attenti, altrimenti si rischiano “figuracce”, come quella fatta da una ricercatrice newyorkese che ha sviluppato un “metodo matematico per determinare l’area sottostante alle curve degli studi metabolici”, che ha anche pensato di battezzare con il suo nome.
Il problema, ha ironizzato qualche collega universitario, è che se una sviluppa un metodo matematico per fare qualcosa di così basilare come individuare l’area sottostante una curva, sarebbe bene che lo facesse vedere a qualche matematico prima di pubblicarlo come una personale scoperta.
Un matematico infatti la avrebbe avvistata che la sua idea, approssimare la curva con degli insiemi di rettangoli, era sicuramente molto buona: però è anche uno dei procedimenti fondamentali dell’integrazione numerica, che si studia alle superiori, ed in matematica è chiamata “regola del rettangolo”, oltre ad essere nota da centinaia di anni.