Una ricerca ha approfondito gli effetti dei Contratti di Programma, strumenti che hanno lo scopo di incentivare investimenti industriali nelle aree in ritardo di sviluppo, per valutarle l’efficacia.
Il lavoro valuta l’efficacia dei Contratti di Programma nei comuni meridionali italiani.Tali strumenti, istituiti nel 1986 nell’ambito dell’Intervento Straordinario nel Mezzogiorno, sono accordi tra l’Amministrazione centrale dello Stato e aziende private (grandi imprese, gruppi di imprese e consorzi di piccole e medie imprese) finalizzati ad incentivare investimenti industriali nelle aree in ritardo di sviluppo. L’accordo prevede che il finanziamento pubblico sia condizionato all’approvazione di un piano industriale con cui vengono fissati degli obiettivi, principalmente in termini occupazionali.
I Contratti di Programma hanno rappresentato una delle principali misure con finalità di riequilibrio territoriale. Al 2010 i comuni meridionali interessati dall’intervento erano pari a 413; a partire dall’istituzione
dello strumento, a quella data i fondi pubblici nel complesso trasferiti per iniziative industriali localizzate nel Meridione risultavano pari a circa 6 miliardi di euro. L’analisi suggerisce che l’efficacia dei Contratti di Programma sarebbe risultata complessivamente modesta nel promuovere investimenti e occupazione.
Nei comuni interessati da un Contratto di Programma, in particolare, vi è evidenza di un modesto effetto positivo sulla crescita del numero di stabilimenti e degli occupati nel settore industriale e dei servizi privati non finanziari. Questo effetto, tuttavia, sarebbe avvenuto per lo più a discapito delle aree
confinanti: l’intervento sembra infatti avere indotto un trasferimento dell’attività economica dalle aree limitrofe non interessate da tali misure verso quelle in cui era localizzata un’iniziativa imprenditoriale agevolata.
I risultati indicano, infine, che
l’efficacia dell’inizativa è risultata modesta
sia per i Contratti di Programma che miravano
a incentivare l’insediamento nel Meridione di
grandi imprese o gruppi industriali, sia per
quelli che intendevano favorire forme di
imprenditoria locale e finanziavano consorzi
di piccole e medie imprese già presenti sul
territorio.