Si è riacceso il dibattito sul controllo delle armi negli USA, dopo i recenti eventi di cronaca nera. La lobby delle armi americana, si sa, è fortissima, anche sulla base del secondo emendamento della costituzione americana, che protegge il diritto dell’individuo ad avere armi.
I gruppi a favore della libertà di circolazione delle armi sostengono che il controllo è inutile e dannoso perché toglie agli individui la capacità di proteggersi, sorvolando deliberatamente sulle statistiche che mettono gli USA nella top-ten degli omicidi con armi da fuoco con un tasso di 2,97 morti per 100.000 abitanti, quasi triplo del primo paese europeo (la Svizzera, con 0,56 morti ogni 100.000 abitanti).
Per quanto possa apparire cinico, negli USA cresce anche la preoccupazione relativa ai costi della circolazione libera delle armi: le stime parlando di 100 miliardi di dollari all’anno, quasi lo 0,7% del PIL Usa (lo studio è stato realizzato dal prof. Phillip J. Cook, della Duke Sanford School of Public Policy). La gran parte dei costi sarebbe dovuta alle cure mediche per i feriti.
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