Economia e Finanza

L’eGovernment è la strada per ridurre la spesa pubblica?

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Il contenimento della spesa pubblica è sicuramente uno dei problemi principali che l’Italia dovrà affrontare nei prossimi anni: la burocrazia farraginosa infatti comporta spesso costi elevati oltre a penalizzare spesso gli utenti che subiscono frequenti disservizi.
Piuttosto che parlare di meri “tagli” della spesa, sarebbe meglio puntare ad una maggiore efficienza della spesa stessa: in questo senso, l’eGovernment è una strada decisamente interessante.
E’ indubbio che passare dalla carta al digitale può potenzialmente comportare notevoli risparmi ed incrementi di efficienza, senza peraltro dover necessariamente modificare le procedure burocratiche (che bisogna essere coscienti non si possono stravolgere da un giorno all’altro): forse non l’ottimo, ma quantomeno un notevole passo in avanti.
La difficoltà sta sicuramente nella scarsa cultura informatica degli italiani, che rende le cose difficili dato che né gli utenti né probabilmente dipendenti e dirigenti sono sufficientemente preparati. Il risultato è che finora gli investimenti fatti non hanno sempre raggiunto gli obiettivi che si proponevano.
In ogni caso, è inevitabile che la frontiera sia quella dell’informatizzazione, e non a caso le banche italiane si stanno già muovendo per accompagnare questa transizione, in primo luogo sul fronte dei modi di pagamento di tasse e tributi, anche se l’innovazione non è rapida a diffondersi:


esaminando, ad esempio, il settore dei pagamenti pubblici, appare che solo il 47% degli enti locali italiani permette di pagare tributi e/o tasse tramite i propri portali web e la grande maggioranza dei pagamenti dei cittadini viene ancora effettuato tramite gli uffici postali, molto spesso ancora in contanti. E ciò nonostante la maggioranza dei cittadini è propensa a interagire su vari canali, chiedendo anche che cresca la interoperabilità e comunicazione tra di essi.

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