Economia e Finanza

‘Smartphone banking’: un affare da 800 milioni di euro

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Il mobile banking, l’utilizzo di funzionalità bancarie tramite smartphone è in pieno e continuo sviluppo in Italia: ormai quasi tutte le banche che offrono servizi online offrono anche funzionalità di “mobile banking”.
Del resto, l’Italia è sempre stata innamorata prima dei cellulari ed oggi degli smartphone, con 20 milioni di “telefoni intelligenti“ attivi in Italia nel 2011 (+52% rispetto al 2010). Ma non è un trend solo italiano: uno studio di EFMA prevede che entro il 2014 il 90% delle banche europee offrirà servizi di “mobile banking”.
Le spinte allo sviluppo sono molteplici, come evidenzia uno studio realizzato dall’area pianificazione strategica, research e investor relations di Banca Monte dei Paschi di Siena. C’è una spinta “anagrafica”, legata al fatto che i giovani (che sono i clienti del futuro…) sono assidui utilizzatori degli smartphone, che vengono usati più per navigare su internet (web, mail, social network) che per telefonare. C’è poi il mobile payment, che promette di trasformare il smartphone  in un portafoglio elettronico. E ovviamente c’è una ricerca generale di efficienza nei processi interni, che le soluzioni informatizzate consentono di aumentare.
Per le banche si tratta di un’opportunità, e non di un costo, con MPS che stima che a livello italiano i maggiori ricavi che  il mobile banking offre alle banche sono introrno agli 800 milioni di euro:


Il potenziale per le banche italiane derivante dall’utilizzo di tecnologie di accesso sugli smartphone, attualmente quasi del tutto inesplorate, si aggira intorno agli 800 milioni di euro di ricavi aggiuntivi annui, di cui 280 milioni attribuibili ad iniziative nel mobile commerce e 250 milioni a soluzioni di mobile payment.

Banche e Risparmio [http://www.banknoise.com]

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